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FAQ – Come studiare giapponese?

Dopo l’articolo 9 passi per trovare il tempo, ho ricevuto un commento da Camaleonte98 che in sostanza voleva dire “Trovare il tempo non basta”. Ho deciso di partire dalla sua domanda per creare un articolo sul metodo di studio di una lingua, basato sulla mia esperienza personale di studente e di insegnante in rete (anche se in certi punti risponderò precisamente ai suoi dubbi).

Mi limito a linkarvi la domanda in questione perché troppo lunga da riportare. Vi basti sapere che in sostanza i punti salienti sono “i consigli dati mancano di concretezza”, “si tratta solo di retorica”, “è necessario spiegare che e quanto fare” (perché anche avendo dedicato molto tempo al giapponese, Camaleonte98 sente di non aver fatto progressi). Infine chiede come fare per memorizzare vocaboli, e come migliorare nella comprensione e nel parlato.

Caro Camaleonte98, lasciami dire, a beneficio degli altri utenti, che il tuo sfogo, per quanto comprensibile, era a sproposito. Il mio articolo era 9 passi per trovare il tempo, non è che io abbia scritto un articolo su “come studiare giapponese” e poi colpevolmente abbia parlato solo di trovare il tempo.

L’articolo voleva far riflettere tutti quelli che dicono “vorrei imparare il giapponese ma non trovo il tempo” eppure nel contempo considerano lo studio di una lingua come qualcosa che “viene dopo i loro impegni e dopo il loro tempo libero”. Se si studia una lingua bisogna farne una delle proprie priorità… o rassegnarsi ad andare lenti.

Diciamo però che capendo quanto possa essere duro lo studio di una lingua, capisco che solo di sfogo si trattava, quindi ci passiamo sopra e veniamo a noi…

Innanzitutto una premessa sull’N2, che citi. Impiegare 3 anni per l’N2 è fattibile. Io ho impiegato circa 5 anni e mezzo per l’N1 (che ha il doppio di kanji e vocaboli dell’N2), e per di più con lunghe interruzioni (una di oltre un anno) e con un metodo per nulla convenzionale (non ho seguito un corso né ho studiato mirando a dare il jlpt). Puoi dubitare della parola di altri blogger, ma per me ci sono le prove su internet, su inizio, pause, N2 e N1.

Detto ciò, partiamo con il nostro discorso sul metodo, ma lo facciamo proprio dal tempo.

Una premessa sul tempo, costanza e obiettivi


Mi hai detto che leggi decine di blog su come studiare giapponese. Ecco, un buon modo per studiare giapponese è non seguire quei blog. Per due motivi: (1) non ti puoi fidare e (2) tutto il tempo che non perdi a leggere blog è tempo guadagnato per il tuo studio.

Ci sono corsi online scritti da gente che di giapponese sa, letteralmente, poco o nulla (e comunque non ho mai visto corsi in italiano privi di errori grossolani, nemmeno quelli di giapponegiappone o animeclick, relativamente famosi). I “blog-senza-corso” invece sono in genere zeppi di tanti consigli… ma sempre gli stessi, più o meno vuoti e/o riciclati.

Può essere utile scoprire dei metodi per memorizzare i kanji, ma se hai già letto decine di blog, come dici, è il momento di smetterla coi blog …eccezion fatta per il mio sito, ovviamente 😛

Scherzi a parte, quel che cerco di fare con questo sito è dare autentiche lezioni di giapponese su punti che i libri di testo colpevolmente non toccano, semplificarne certe astrusità e nel contempo tenere anche acceso l’interesse degli studenti per la lingua parlando di curiosità legate sia alla lingua che alla cultura… e parlandone nel modo opportuno! Credo infatti che non ci sia in questo sito nemmeno un solo articolo su una curiosità, anche una semplice stranezza giapponese, che non includa kanji e vocaboli o riferimenti socioculturali.

Se a parte il mio trovi altri siti simili, ben vengano, ma guardati dai blog che io definisco “motivazionali”… ovvero da tutti quei siti che a conti fatti, vendono aria fritta. Ci sono alcune tipologie e le riconosci subito perché in genere hanno uno di questi approcci:

Veniamo a un punto a cui tengo moltissimo.

Studiare, anche poco, ma tutti i giorni” NON è retorica …non hai idea di quanta gente, me compreso, abbia fatto/faccia una fatica immane a mantenere un simile impegno. Si presume quindi che se si riesce a convincere qualcuno a iniziare a studiare con l’idea “tanto sono solo 15 minuti”, poi magari studia per mezz’ora, e, prendendoci la mano, anche per più tempo… ma in fin dei conti, 15 minuti è sempre meglio di niente.

Certo, io suggerivo solo come recuperare del tempo, ma quanto tempo si riesce a recuperare e quanto di quel tempo impiegare per il giapponese sono cose che dipendono dalla singola persona, dai suoi impegni e dai suoi obiettivi. La gente compra i frasari perché NON mira all’N2, ma anche per studiare quelli serve tempo.

Andiamo all’esatto opposto dei frasari. Un ragazzo poco tempo fa mi ha chiesto come fare per arrivare da zero all’N1 in un anno e io gli ho fatto notare che stime ragionevoli sono di 4500 ore di studio (se non sai i kanji). Si tratta di 3 anni se si studia 4 ore al giorno.

Poi quella è una stima (la più alta), è chiaro che dipende TUTTO dallo studente. Ci sarà forse chi ci riesce con 2 ore al giorno per 3 anni per chissà quale motivo (ha più memoria, ha già studiato cinese e quindi sa i kanji, è più intelligente/portato della media, sua moglie è giapponese…!).

È assolutamente ovvio che se miri all’N1 in un anno, non puoi fare 5 minuti al giorno. Ma questo dipende dai tuoi obiettivi e io non li conosco: è lo studente che deve chiarirsi i suoi obiettivi e ragionare sul tempo da dedicare allo studio (ne ho parlato apposta nell’articolo sul trovare il tempo). Tieni presente però che nella mia “lunga pausa” di cui parlavo a inizio risposta, non ho studiato altro che kanji per un anno e passa… Cioè praticamente non dedicavo tempo al giapponese a parte quei 10-15 minuti tutti i giorni per studiare kanji. E posso affermare con sicurezza che erano sempre e solo 10-15 minuti… Perché si trattava dell tempo che passavo in bagno (fidati, funziona! XD).

Cosa serve per definire proficua una giornata?


Dipende dai tuoi obiettivi, dal tuo livello e dai tuoi punti forti/deboli! Non posso rispondere se devo fare un articolo che valga per tutti. E non posso creare (gratis poi!) un piano per ciascuno studente di giapponese che me lo chieda.

Faccio sì questo lavoro… ma come lavoro, appunto, per i miei studenti (do lezioni private via skype/hangout). Non c’è ricetta per tutti, è qualcosa che DEVE essere personalizzato per gli obiettivi e, è la mia filosofia, sugli interessi dello studente.

Quello che posso dirti è solo quel che posso dire un po’ più generale, cioè come studiare una lingua a mio parere e secondo la mia esperienza (astraendo un po’, perché quel che io fatto, un metodo davvero non convenzionale, non si può applicare a chiunque).

Un po’ di metodo…


Tra blog, canali youtube, lezioni di TED, seguaci di AJATT e poliglotti vari… davvero in tantissimi consigliano “di parlare da subito”. Io sono convinto sia una sciocchezza (che mira solo a crearsi un seguito di persone che non vogliono studiare e sognano la scappatoia facile). Perché è una sciocchezza? Pensiamoci, parto da zero, non ho aperto un libro (come alcuni proprio suggeriscono di fare), come faccio a parlare?

L’idea, se applicata dopo alcune lezioni, può avere un senso:

…perde invece di senso se lo studente è motivato di suo ed ha come obiettivo, non comunicare, ma comprendere il parlato per guardarsi dei drama, o lo scritto per leggere romanzi o perché è appassionato di shodou (calligrafia).

Dopo i fanatici del “parlare senza saper parlare” ci sono i fanatici del metodo classico, che in genere ripresentano ciò che hanno sentito a lezione dai propri insegnanti. Li riconosci facilmente perché insistono su cose come bandire il roomaji, imparare il radicale di ogni kanji e il suo numero di tratti a memoria, studiare i kanji solo copiandolo più volte… e così via.

Ecco, tutte queste persone non saranno d’accordo con me, ti avverto.

A mio parere è necessario seguire un certo ordine nello studio.

  1. Iniziare ad ascoltare da subito (con i sottotitoli ricordandosi di tenere aperte le orecchie, oppure, magari più avanti, rivedendo tutto due volte, la seconda senza sottotitoli). Questa fase serve ad abituare l’orecchio e permette di acquisire vocaboli… e non va interrotta mai, è una costante del proprio studio. (Vd. oltre).
  2. Studiare la grammatica …non semplicemente aprendo un libro di grammatica da pagina 1 in poi, né usando un corso, di cui sono davvero poco appassionato (dialoghetti, frasette ecc.). Il metodo che preferisco lo tengo per me e i miei studenti, ma tu dici di essere coperto in tema, per cui andiamo avanti.
  3. Leggere tutto il leggibile (partendo con cose semplici, chiaramente). In questo passaggio si fa avanti e indietro dal libro di grammatica e si imparano nuovi vocaboli. Comprende sia lettura che traduzioni, ma attenzione, solo traduzioni dal giapponese all’italiano, va assolutamente evitata la direzione opposta se si tratta di frasi complesse e inventare testi in giapponese di proprio pugno finché non si sono assorbite le costruzioni del giapponese naturale.
  4. Iniziare a scrivere. Scrivere un sakubun, in questa fase, non deve significare pensare una frase italiana e tradurla in giapponese, deve essere usare le costruzioni giapponesi che si conoscono per dire quel che si vuole in modo naturale. Se si deve cercare continuamente sul dizionario per scrivere è un possibile indizio del fatto che forse non siete pronti.
  5. Parlare. Si inizia a parlare e si porta avanti anche la fase della scrittura: le due cose si rinforzano a vicenda. All’inizio sarà un dramma perché si pensa la parola/frase giusta, ma la si pronuncia male (ci si impappina, si incespica sulle parole), oppure semplicemente la frase non viene. Poi pian piano si impara “l’arte del girarci attorno”, di dire quel che si vuole evitando una parola o una costruzione che non ci viene. Ci saranno errori, tanti, e molti li farete rendendovi conto subito dell’errore, spesso orrendo, da assoluti principianti… ma è una fase che passa, se parlate abbastanza.

Sia chiaro che ogni fase non può in effetti essere “archiviata”. Non possiamo studiare tutta la grammatica tutta in una volta e pensare sia finita lì. Possiamo studiare i contenuti di un corso base e iniziare la fase successiva, ma salteranno continuamente fuori delle nuove costruzioni particolari, nuove congiunzioni da imparare e via così. Allo stesso modo non possiamo smettere di leggere e così via… L’idea delle fasi è solo quella di dividere tutto in aspetti su cui concentrarsi (eccetto la prima fase che è proprio una costante).

Ricordare i vocaboli


Il miglior modo per ricordarli è usarli nel proprio quotidiano, parlando. Me ne sono reso conto in prima persona perché dovendo parlare giapponese con mia moglie e mi accorgo che le parole che cerco e uso perché si rivelano necessarie durante una conversazione, sono le parole che ricordo con più facilità anche a distanza di giorni e giorni, quando mi ricapita di volerle usare.

Per quanto farci una frase non sia lo stesso di usarli nel quotidiano, è comunque meglio di niente. Però comunque sia, dici bene, non puoi certo usarli continuamente, né abbastanza da ricordarli, né certamente puoi usarli tutti!

Per questo motivo è indispensabile usare un programma SRS come Anki. Gli SRS hanno un punto forte, un requisito necessario e un punto debole. Ti permettono di memorizzare davvero, ma vanno usati sempre (poco ma tutti i giorni!). Il punto debole invece è che vanno anche usati per sempre: non puoi mai smettere del tutto perché le info che non usi o non capisci davvero (a seconda di cosa vuoi studiare, vocaboli, grammatica ecc.; vd. rif. a siti come babbel e duolingo fatto più su) prima o poi verranno dimenticate, quindi non puoi usare un mazzo per un mesetto, finire il mazzo e smettere.

La terza via per ricordare i vocaboli è lasciare che qualcun altro te li ricordi… cioè ascoltare tantissimo audio… che è poi la prima fase del nostro metodo e il nostro prossimo punto.

La fase di ascolto


Prima ancora di iniziare a studiare sarebbe bene iniziare già a “esporsi al parlato reale”. Questo perché i CD di un libro sono naturalmente (1) ridicolmente brevi e (2) creati per chi impara, quindi con una pronuncia spesso non realmente naturale (è più scandita, lenta… oltre che mal recitata). A parte ciò nutro un odio personale per i dialoghetti di inizio unità, la gente che chiede l’ora perché ha scordato orologio E cellulare(!), per chi chiede le indicazioni stradali… e il meteo poi! Cosa c’è di più noioso di sentire una che ripete quindici volte “ii tenki deshou”?!

Torniamo a noi. Cosa vuol dire “esporsi al parlato reale”?

Io ho guardato tonnellate di anime, drama e film sottotitolati. E, ovviamente, ho ascoltato solo canzoni giapponesi per anni (lo faccio tuttora). Questa fase è indispensabile. Inizia pure adesso (meglio tardi che mai): è ovvio che all’inizio capisci poco o niente, ma è imprescindibile.

Finora hai provato a fare le cose in un ordine sbagliato. Hai studiato, poi hai guardato un film e ti aspettavi di capire. Invece devi prima guardare (è un “prima” metaforico, non puoi mai smettere di ascoltare la lingua), senza all’inizio avere aspettative di comprensione, ma cercando di cogliere qui e là… devi farlo per esercitare l’orecchio ai suoni e al parlato reale.

Attenzione! I programmi TV non sono consigliabili perché la gente si parla sopra, ci sono dialetti, riferimenti all’attualità ecc. Mentre i programmi non sottotitolati o sottotitolati in giapponese NON vanno bene per un principiante (ci sarà tempo poi).

Lo studente però deve tenere sempre presente perché sta guardando quel film e ricordarsi di aprire le orecchie, cercare di associare l’audio al testo dei sottotitoli (non ogni parola, ma cercare di coglierne alcune è importante)… altrimenti l’utilità della cosa crolla drasticamente.

Questo esercizio serve a:

Parlare


Per usare davvero il giapponese e parlarlo spesso, puoi fare lezione di conversazione, con me (14,90€ l’ora o con un abbonamento mensile) e io ti aiuto, correggo, spiego. Oppure puoi fare conversazione con un “penfriend”, che obiettivamente non è ugualmente utile, perché se capisce non ti corregge e non può spiegare in italiano, ma è gratis.

Una cosa che va capita bene è che anche se tu avessi superato l’N1, non avendo mai parlato con un giapponese, riusciresti a stento a esprimerti (esperienza personale). Durante lo studio si devono abituare le orecchie (prima) e la lingua (poi) a recepire e produrre suoni a cui non sono abituati. È un fatto di meccanica ed esercizio: la lingua è un muscolo e come non puoi fare canestro se non ti sei mai esercitato, così non puoi pretendere che la lingua agisca come si deve nel fare movimenti complessi anche se hai già imparato i singoli suoni del giapponese, perché una parola, una frase sono una sequenza di movimenti (difficili di per sé).

Per tornare all’analogia con il basket, solo perché sappiamo saltare e muovere le braccia non significa che sappiamo fare canestro. Allo stesso modo, solo perché conosciamo dei suoni non significa che la nostra lingua saprà creare parole e frasi dai quei suoni.

In conclusione


Imparare il giapponese non è impossibile. Io parlo giapponese 24/7 con mia moglie eppure fino all’N2 non avevo mai rivolto la parola a un giapponese… se non contiamo l’insegnante madrelingua, ma *solo* agli esami dell’Università (non frequentavo), quindi un 40 minuti in 5 anni, più qualcosina durante una vacanza nel 2010.

Il problema, anzi, i problemi sono:

Mi raccomando, insisto sull’andare avanti senza odiare quel che si fa, senza frustrazioni o peggio. Tutto ciò non sarebbe solo un semplice ostacolo allo studio nell’immediato: odiare quel che fai e sentirti frustrato nel doverlo fare ti dà la matematica certezza di dimenticare in futuro… È per questo che agli appassionati di manga ecc. consiglio sempre il corso de “il giapponese a fumetti” (per chi non trovasse la versione italiana c’è Japanese in Mangaland: Learning the Basics). A parte che non è niente male, anche se c’è meno che su altri testi, la cosa più importante è non annoiarsi… secondo me. Poi ci saranno tanti che non si fanno troppi problemi, ma io devo parlare in generale.

Le mie lezioni


A breve dedicherò una sezione qui sul sito alle mie lezioni private. Si tratta di un metodo e un prezzo pensati per premiare chi si impegna davvero (una lezione sarebbe 24,90€ ma con l’abbonamento mensile si può arrivare a 6,6 euro l’ora). Lo ripeto: premia chi si impegna davvero, quindi non i più bravi, sia chiaro, ma chi ci si mette sul serio… inoltre l’idea di base è la possibilità di avere a disposizione il vostro insegnante in ogni momento, anche senza preavviso, anche per una domanda veloce, con lezioni che si possono iniziare a qualunque ora tra le 9 e le 23, così anche se siete spesso occupati con lavoro o altro… non ci sono più alibi (=^・^=)

Chi fosse interessato può già mandarmi una mail. La prima ora è gratis e serve a conoscersi, capire gli obiettivi e gli interessi dello studente, discutere di cose come il libro, il metodo e da dove partire.

LE LEZIONI SONO SOSPESE PERCHÉ STO PORTANDO AVANTI UN DIVERSO PROGETTO E HO BISOGNO DEL TEMPO PER COSTRUIRLO. NON VI DICO DI TRATTENERE IL FIATO PERCHÉ RICHIEDE TEMPO, MA ASPETTATEVI GRANDI COSE.

Ad ogni modo, comunque desideriate proseguire, come sempre… Buono studio! (╹◡╹)

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