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FAQ – La paura di imparare

“La paura di imparare” sembra qualcosa di insensato eppure oggi vi dimostrerò che esiste. Ma andiamo con ordine. Ho ricevuto una mail da un lettore che mi ha autorizzato a pubblicarla per dare una risposta a tutti riguardo alle paure che normalmente bloccano gli studenti. Alcuni passaggi, infatti, mi hanno colpito e convinto del fatto che serve un articolo sulla “paura di non farcela” (che riassume un po’ tutte queste paure), perché la mentalità con cui si affronta la lingua può essere la migliore arma o il più grande pericolo per ogni studente.

Ciao Riccardo,
sono Marco e seguo il tuo blog da qualche giorno. … [complimenti vari] … l’ho scoperto con l’interesse di imparare il giapponese, anche se onestamente devo dire che più informazioni cerco e più mi sento sopraffatto LOL.
Tra hiragana, katakana e kanji l’impresa mi sembra impossibile. Vero che a leggerti sei sempre ottimista e giustamente dici che ognuno ha i suoi tempi e che non si possa sperare di imparare tutto in un mese ma boh… non vorrei fallire miseramente! 😅
Condivido poi la perplessità di un tuo lettore quando dice che dopo aver imparato gli hiragana teme di dimenticarli mentre studia i katakana -.-”
Giusto ieri leggevo che un bambino di 1a elementare impara tutti i kana + 80 kanji […]

Una lingua richiede tempo per essere imparata. Un bambino di prima elementare ha in realtà fatto già anni di ascolto passivo, sa parlicchiare, sa le pronunce dei kanji che incontra anche se non sapeva come scrivere quella parola… E dedica alla lingua varie ore al giorno grazie alla scuola. Quando fa intervallo chiacchiera in giapponese, quando va a comprarsi uno snack lo chiede in giapponese, quando gioca a pallone con gli amici, a baseball o con le carte dei pokemon (o del loro equivalente moderno) – indovinate un po’ – lo fa in giapponese.

Nonostante tutto per diventare davvero bravo in una lingua chiunque impiega anni e anni: tredici anni di scuola e eventualmente tre o cinque di università sembrano non bastare a molti italiani, come si può pretendere di diventare bravi in qualche mese con un corso da 2 o 3 ore a settimana?

Fin qui siamo d’accordo quindi: è ovvio perdere nel confronto se si paragonano i propri progressi di 1, 2 o 3 mesi anche solo alle conoscenze di un bambino giapponese che va alle elementari.

Ma ci sono anche notizie positive!

Le paure che tipicamente bloccano gli studenti sono del tutto infondate e (controproducenti).

1. La paura di sbagliare

La prima e più banale è la paura di sbagliare. La risposta è altrettanto banale: “sbagliando si impara”. Ma non si tratta solo di un modo di dire, usato per non far scoraggiare i bambini meno capaci, è la sacrosanta verità. Il nostro cervello ricorda davvero solo quel che ritiene importante. E cosa ritiene importante? Cose a cui è legato un forte sentimento, ad esempio …ma non è questo il caso del passato cortese di un aggettivo. Si ricordano più facilmente quelle parole che abbiamo incontrato più volte e, soprattutto, quelle parole che abbiamo sbagliato e sulle quali siamo stati corretti (certo, dovete dare la giusta importanza alla cosa: se non vi importa nulla di aver sbagliato non imparerete).

La paura di sbagliare quindi è insensata, è come aver paura di imparare e memorizzare più facilmente del solito! Usate quindi il giapponese, fatevi correggere e guardate bene le correzioni con l’idea in testa che “sbagliare la prima volta non è un problema, insistere nell’errore invece è davvero brutto”. D’altronde è famoso l’adagio “errare è umano, perseverare è diabolico”.

2. La paura di dimenticare

Ho detto poco più su come il cervello ricordi quel che ritiene importante (di sua iniziativa… non basta pensare “questo è importante”, va in un certo senso sentito come tale) e quindi essenzialmente ricorda meglio quelle informazioni che rivede più volte.

La paura di dimenticare a dire il vero non è infondata, ma solo perché è mal gestita. Per evitare di dimenticare qualcosa basta solo rivederlo più volte. Un po’ come ricordiamo una strada da fare in macchina o la faccia di qualcuno! È davvero così facile, ma noi non lo facciamo, perché più o meno coscientemente pensiamo “oh, uffa devo mettermi a studiare, soffrirò come un pazzo per due ore” …quando tutto ciò non è affatto necessario per “ricordare”.

L’unico fattore davvero importante è il tempo (certo, se uno sente l’importanza di quel che vuole ricordare, ricorda più facilmente, cioè trasferisce quell’informazione nella memoria a lungo termine con più facilità, più velocemente). Dunque che fare? Riguardate con costanza i vostri appunti. Attenzione “riguardate”. Non vi dico di sudare sette camicie sui libri. Aprite e leggete i punti importanti ogni giorno. Quando vedete un titolone, provate a ricordare il seguito. Non lo ricordate, leggetelo, tutto qui. Non dovrebbe richiedere mai più di 15-20 minuti al giorno.

Le cose si dimenticano perché non le si rivede. E non le si rivede perché si pensa che “studiare è noioso”, sfruttando la scusa – siamo sinceri – del “non ho tempo”. Se non avete 20 minuti, anzi, un’ora di tempo libero a casa al giorno, vi consiglio di rivedere i piani per la vostra vita invece di imparare il giapponese, perché o state lavorando troppo o state uscendo troppo …e esagerare non fa mai bene.

Leggendo che “i più pensano che studiare è noioso e quindi si bloccano” scommetto che qualcuno avrà pensato “non è vero, io non sono così”. Certo, non parlo per tutti, ma secondo voi perché “corso di giapponese” e “imparare il giapponese” sono parole chiave cercate su google 10 o 20 volte più di “studiare giapponese”? Perché la gente odia naturalmente l’idea di studiare

e allora eliminiamo l’idea di “studiare”!

Non vi dico di “studiare”. Vi chiedo solo di riaprire gli appunti e dargli un’occhiata, così come scorrereste gli ultimi post su facebook o, che so io, una lista della spesa. È chiedere troppo? Non credo, no?

E allora se non studio, quando creo gli appunti da riguardare poi? – direte voi giustamente. Ora ci arrivo.

3. La paura di annoiarsi e di soffrire studiando

Lo ripeto, va eliminata la parola “studiare”. Dimenticatela, non esiste più. C’è il momento in cui memorizziamo, semplicemente dando un’occhiata ogni giorno agli appunti. E poi c’è il momento in cui creiamo quegli appunti, copiando su un quaderno le parti più importanti scritte sul libro (se non hai un buon libro/corso che lo fa per te). Anche qui, non vi chiedo di soffrire ore sui libri. Vi chiedo di leggere un paio di pagine e copiare pari pari le parti importanti nel quaderno di appunti, in completo relax, con della musica di sottofondo se volete, con un caffè o un succo sul tavolo, ogni tanto un buon gelato (magari non tutti i giorni o nel periodo delle prove bikini fioccheranno le minacce di morte nei miei confronti).

Il giapponese non è una materia scolastica, nessuno ci obbliga, non ci sono interrogazioni né esami …perché non può essere un momento piacevole e rilassato della nostra giornata?

Se poi tenete presente la regola numero uno dello studio di una lingua, cioè guardare e ascoltare solo materiale originale (con o senza sottotitoli non importa), tutto il vostro tempo dedicato all'”intrattenimento” sarà già in giapponese, quindi il giapponese sarà già un qualcosa di piacevole, se a quel punto eliminate il concetto di “odioso studio” sarete a cavallo. Pensate a cosa volete fare con il giapponese e considerate che lo state già facendo. Volete leggere i manga in originale? Pensate che l’unità uno del vostro libro è il primo passo per farlo, è una pagina nascosta tra la copertina e la pagina 1 del primo volume del vostro manga preferito.

La quarta e ultima paura è forse quella che preoccupa di più anche Marco…

4. La paura di fallire

Caro Marco, non puoi “fallire miseramente”! È IMPOSSIBILE.

Per il semplice motivo che tutto quel che impari è un di più rispetto a quel che sapevi prima di iniziare. Puoi solo andare lento o veloce ma non puoi fallire perché non esiste un traguardo. Al più possiamo dire che esistono delle tappe intermedie, dei momenti di passaggio, ma non sono esami che passi o non passi, sono dei momenti in cui ti rendi conto dei tuoi progressi, come aver letto il tuo primo manga in originale o visto il tuo primo film senza sottotitoli. E in queste tappe non puoi fallire, perché avvengono al momento giusto, naturalmente… e anche se del primo manga che hai provato a leggere non hai capito il 30%, non hai fallito, hai capito il 70% in più di quando non avevi ancora iniziato.

L’unico modo di “fallire”, in un certo senso, è lasciarsi sopraffare e cedere, perché se uno smette, rinuncia alla sua impresa, a tutto quel che avrebbe potuto ottenere da questa “avventura” e allora sì che avrà fallito… O perlomeno avrà sprecato tutti gli sforzi fatti finora (e i soldi!), rassegnandosi a dimenticare tutto con il tempo e tornare a zero.

Bene, se ci siamo capiti, forza, è il momento di tirar fuori quegli appunti quei libri e godersi i progressi che state facendo giorno dopo giorno, minuto dopo minuto, anche se non ve ne accorgete… e ricordate, se non sarete almeno così rilassati…

…state sbagliando qualcosa! Dovete godervi questi momenti, non ci sono esami che vi aspettano, solo soddisfazioni, persone con cui parlare, film da vedere, libri da leggere, posti in cui andare…

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