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3.Tema e predicato nominale

Cerchiamo di fare un secondo passo, complicando un po’ la frase già vista…

watashi wa gakusei desu.
わたし がくせいです

La traduzione della nostra frase sarà quindi “io sono una studentessa“.

L’espressione “sono una studentessa” è detta predicato nominale, come credo sappiate, e “sono”, il verbo essere è detto copula. “Sono una studentessa”, “sono operaio”, “sono bello”, “è rossa”… sono tutti predicati nominali in italiano. Per comodità in giapponese distingueremo tra predicati nominali (“sono una studentessa”, “sono operaio”…) e predicati aggettivali (“sono bello”, “è rossa”…) che affronteremo un’altra volta, dopo aver trattato gli aggettivi.

Un “altro” verbo essere che dobbiamo escludere dal nostro discorso è quello che vuol dire “esserci” o “trovarsi”: se dico “sono in cucina” uso un verbo essere concettualmente molto diverso da quello di “sono Antonio”. In un predicato nominale dico chi, cosa o come, io, qualcuno o qualcosa, sono o è. Cioè p.e. “chi sono” (sono Agilulfo), “cosa sono” (sono un insegnante), “come sono” (sono un buontempone)… e sciocchezze del genere. Discorso del tutto diverso ho, se io/qualcuno/qualcosa mi trovo/si trova da qualche parte… anche se potrei usare il verbo essere (sono/è da qualche parte). Anche se noi non distinguiamo, ciò non significa che altre lingue non sottolineino questa differenza; il giapponese lo fa, usa un altro verbo per indicare l’essere in un luogo, distinguendo il verbo essere (copula), desu, dal verbo essere (in un luogo), esserci/trovarsi che è reso, lo vedremo poi, con i verbi iru e aru.

Per oggi mi fermo qui…

Mata nee! (Alla prossima!)

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