Site icon Studiare (da) Giapponese

I treni giapponesi: al confine tra verità e leggenda

Oggi parliamo di “treni e Giappone”, come avrete capito, con un nuovo articolo della rubrica “Lo sapevate?” (la trovate nel link, al punto 2). Vanta pochi articoli per ora, ma è una rubrica che sta particolarmente a cuore sia a me (ovvio) che a molti di voi: per capirlo basta pensare all’enorme successo avuto da alcuni suoi articoli, come Il Sole giapponese: rosso e cattivo! o Il sistema scolastico giapponese.

Ma torniamo ai treni… A fine articolo vi darò dei consigli utili se doveste fare un viaggio in Giappone, ma per il resto parleremo dell’aura leggendaria che ammanta le ferrovie giapponesi. E qualcuno dirà: Non se n’è già parlato abbastanza…?

Sono d’accordo con voi, se n’è parlato molto, ma evidentemente nel modo sbagliato se su Facebook girano ancora, stracondivise, immagini del genere

…e dovreste vedere quante condivisioni ha la versione inglese!

Oh Cielo. Così tante ciurlate… ehm, così tanti miti e così poco tempo per sfatarli tutti.

Cominciamo dal primo GROSSO mito

1. I treni giapponesi non fanno mai ritardo

Questo è forse uno dei miti più diffusi su internet a proposito del Giappone. Ovvio, la mitica efficienza giapponese è in gioco, come è possibile che facciano ritardo?!

Questo fatto è vero solo per lo Shinkansen (il treno ad alta velocità giapponese) che accumula ritardi che, nell’arco dell’anno, sono ancora misurabili in secondi.

Tutti gli altri treni però, espressi e locali, e metro fanno ritardo come succede ovunque. Certo, ci sono differenze tra le varie linee: la Saikyou è economica ma costantemente in ritardo, la Yamanote si blocca per un’oretta ogni volta che c’è un incidente (i.e. spesso), la Seibu fa 5, 10, 15 minuti di ritardo ogni volta che piove…

In Italia si è visto di peggio, certo! Ma non venitemi a dire che “i treni giapponesi non fanno mai ritardo” o che è “estremamente raro che facciano ritardo”. Finché non verrà abolita per legge, esiste ancora una cosa che si chiama “Verità” e sarebbe bello se la gente smettesse di provare ad ucciderla con ogni immagine,  like, tweet, commento e condivisione.

EDIT: Visto che qualcuno su Facebook mi ha detto che questa non è una verità ma un’opinione faccio presente che tra scuola e lavoro mi trovavo a prendere 6, 8+ treni al giorno (a seconda dei cambi da fare e da dove mi portava il lavoro, visto che davo lezioni private). Moltiplicato per circa 500 giorni che ho vissuto lì, stiamo parlando di qualcosa come 4 mila treni. A questo aggiungerei dei ritardi raccontati dagli amici ogni giorno a scuola. Mi sembra un numero sufficiente di “osservazioni” per parlare di “verità”, vi pare?

E il certificato?

Esiste. Anche su questo ho letto delle sciocchezze, però… Ora non ricordo, ma forse si diceva che fosse distribuito sul vagone o appena scesi dal treno (prova che chi scriveva non era mai sceso da un treno giapponese: a volte la mattina sembra di trovarsi a un concerto degli U2!).

In effetti il “certificato” in questione è un fogliettino di carta punzonato in corrispondenza dei minuti di ritardo del treno. Viene distribuito dal personale vicino ai “tornelli” delle stazioni a chi lo vuole (di solito MOLTA gente); a volte si può prendere liberamente, davanti al gabbiotto del controllore.

Serve per poter provare sul posto di lavoro che si è arrivati in ritardo per colpa del treno: basterebbe partire con il treno precedente, 5-10 minuti prima (sono davvero MOLTO frequenti), ma anche i giapponesi se possono preferiscono dormire. In Giappone però si può essere LICENZIATI per 5 minuti di ritardo ingiustificato, così è stato inventato il sistema del certificato: si avverte in ufficio che si ritarderà per il ritardo del treno (scusandosi), si riceve il certificato, lo si consegna in ufficio segnandoci sopra la linea ferroviaria (a volte il ritardo e/o l’orario del treno)… il tutto viene controllato da qualcuno che va sul sito della compagnia e controlla che il treno abbia fatto davvero ritardo. Sì, anche se si tratta di 5 minuti. Siamo ancora sicuri che sia una cosa meravigliosa? (ㆀーдー)

2. Il conducente si scusa di persona con tutti

Be’, come da immagine, no? Sarà vero che il conducente del treno si scusa di persona con un passeggero alla volta… si vede nell’immagine!

Ehm… se il “conducente” del treno va a scusarsi, chi guida il treno? Quanto richiedono queste scuse? Non verrà il colpo della strega al conducente a furia di inchinarsi ad ogni passeggero?

Ma anche lasciando perdere le mie obiezioni, banalmente posso dire di essere stato su treni giapponesi di ogni tipo e il conducente (né un controllore se è per questo), non viene a scusarsi di persona con i passeggeri, né uno alla volta, né in gruppo. Semplicemente parte un messaggio, pre-registrato credo, non so, con cui annunciano il ritardo e si scusano. Stop. E mi pare anche giusto, non è che uno può rovinarsi la schiena perché i treni non corrono con la neve.

Da dove viene il mito?

Il mito in questione ha un’origine, probabilmente. I controllori sullo shinkansen entrando e uscendo da una carrozza si inchinano ai passeggeri (in segno di saluto, non di scuse). Qualcuno avrà sentito un annuncio (sugli shinkansen sono anche in inglese) e visto in contemporanea inchinarsi un controllore… e subito sarà corso a contaminare facebook (sempre che sia possibile) con la sua strampalata idea e un po’ di photoshop.

3. I treni giapponesi… che servizio sopraffino! Noi, invece…

Ok, questo non è un mito. Il servizio sui treni giapponesi, specie lo Shinkansen, è senza dubbio sopraffino… Guardate ad esempio uno dei tanti video delle pulizie sullo shinkansen (fatte in appena 7 minuti)

Tutto molto efficiente, c’è poco da dire.

Ora, non ho viaggiato molto sui Frecciarossa (una ventina di volte direi), il livello di pulizia non era lo stesso, ma non ricordo grossi fastidi, a parte forse alcuni minuti di ritardo in una o due occasioni. Nel complesso però diciamo che il servizio giapponese è superiore, tutti d’accordo.

Tuttavia ci si dimentica sempre un dettaglio: la differenza tra Shinkansen e Frecciarossa si paga. Salata. Un viaggio di sola andata Milano-Roma (600 Km circa) è 45,50€ se prenotato in anticipo. Un viaggio Tokyo-Kyoto (510 Km) invece? 115€ (per la precisione 13900 Yen). È quasi il triplo del prezzo per un viaggio più breve!

E i treni normali?

Il discorso non è troppo diverso. I treni sono anche molto vecchi, ma va detto, sempre tenuti bene e puliti. Questo non è solo merito dell’azienda che gestisci i treni, va detto, ma dei giapponesi stessi che sono abituati a portarsi a casa l’immondizia. Siamo sempre pronti a crocifiggere Trenitalia se un vagone è sporco e magari storciamo il naso alla vista dei graffiti sulla metro, ma siamo noi italiani, non gli addetti di Trenitalia, che sporchiamo i sedili, siamo noi (o i nostri figli) a ricoprire di scritte per nulla artistiche i vagoni: se si rompe il condizionatore, ok, ma per questi fatti la colpa in realtà è nostra, non di Trenitalia.

Di nuovo, poi, torna il discorso del prezzo. Un biglietto della metro costa ovunque intorno a 1,5 euro. A Tokyo, io vi avverto, se girate un attimo per turismo DOVETE comprare il biglietto giornaliero o vi pelano, perché i biglietti aumentano con la distanza (non sono a tempo e non valgono sugli autobus) ed è possibilissimo salire in metro per andare in un posto e pagare 12 euro o più tra andata e ritorno. Certo, ottimo servizio, ma ehi…

Classica risposta: È il costo della vita… No, non è il costo della vita, è un altro mito. Gli affitti sono peggio a Milano che vicino a Shinjuku in una zona residenziale. Lo so, mi sono messo a cercar casa da quelle parti. Il costo della vita tra Milano e Tokyo è sostanzialmente uguale (fatti i dovuti aggiustamenti).

4. Avete frainteso il termine “educazione”

Vedete lo staff che si inchina al treno in arrivo e pensate “educazione”, ma quelli che sono chiaramente gesti solo formali (abbastanza vuoti nel caso dell’inchino al treno) non rappresentano l’educazione che rende davvero grande il Giappone… Guardate questo video

Si tratta di un video in cui i “senpai” spiegano ai “kouhai” come vengono fatte le pulizie sullo shinkansen (questo è più vecchio del precedente, un hikari o un kodama probabilmente).

È questa l’educazione che secondo me rende grande il Giappone. Basta guardare allo spirito di gruppo, la collaborazione autentica che c’è: i senpai sono disposti ad insegnare (si vede bene che non è controvoglia, no?) ed i kouhai sono disposti ad imparare. Questa è l’educazione che conta, che fa grande il Giappone e lo sostiene, non gli inchini.

E la buona educazione, non conta?

Certo, ma se si parla di buona educazione… il discorso si fa complesso.

I commessi dei konbini sono “tutti sorrisi”, ma i clienti ne riconoscono a mala pena l’esistenza. C’è solo forma, dunque. Sì, la forma ha un suo peso, uno scopo (tenere in riga, in realtà), ma è pur sempre solo apparenza.

Ovvio, meglio avere commessi educati che commessi sgarbati, dirà qualcuno, ma qui se ti fanno un sorriso alla cassa, almeno sai che è reale… insomma, è difficile (forse?) decidere cosa sia “meglio” ma la verità è che alla fine dei conti non importa.

Il punto su cui avremmo davvero da imparare è un altro: il concetto di (kinjo)meiwaku (di cui ho parlato in La prima regola della società giapponese, poco prima del punto 1), ovvero “NON DARE FASTIDIO AGLI ALTRI!”. Posso fare a meno del sorriso della cassiera, ma mi farebbe piacere se il vicino non portasse il cane a fare i suoi bisogni nel mio giardino… o per strada. Sotto la mia finestra c’è un viale alberato e i giochi dei bambini: ho visto spesso gente col cane, fuori la mattina presto, guardarsi intorno e accertarsi che non ci fosse nessuno per poi evitare di “raccoglierla” (ci siamo capiti).

Ecco, non è l’atto in sé, sia chiaro, ma è la natura di queste (e tante altre) persone che rovina e condanna l’Italia. Perché se hai un cane magari fai così, se hai un figlio non lo sgridi se tira calci al sedile davanti, se vai dal dentista magari non chiedi la fattura, se sei un amministratore magari accetti una mazzetta… e così via.

Dare importanza solo a sé stessi e autogiustificarci, perfino, perché quel che facciamo noi è sempre una piccolezza, “mentre gli altri…” e “E che sono fesso solo io?!”. Non abbiamo più idea di cosa è bene e cosa è male, solo di cosa è “bene per me” e cosa è “male per me”. È tutto questo, causato dalla mancanza di educazione (familiare e scolastica) che rovina l’Italia e non, a costo di essere impopolare, gli immigrati …e nemmeno i politici. I politici non sono altro che l’incarnazione dei desideri di qualunque italiano normale, che al loro posto (siamo sinceri) farebbe le stesse porcate.

C’è poco da dire: in Italia dare fastidio, ignorare o imporsi sugli altri è una caratteristica nazionale… Avete mai lasciato la macchina in doppia fila? Vi siete fermati a parlare con un vostro amico cassiere lasciando allungare la coda? Avete mai visto due che, incuranti del traffico, si sono messi a chiacchierare o a litigare in mezzo alla strada? Mettetevi una mano sul cuore: siamo tutti colpevoli. Chi più, chi meno, certo, però tutti.

5. Qualche consiglio

Se andate in vacanza in Giappone e prevedete di spostarvi molto tra città e città, fate il Japan Rail Pass: tutte le corse che volete per una, due o tre settimane (e il prezzo di una settimana, 250€, equivale a andata e ritorno Tokyo-Kyoto, quindi conviene).

Se per il resto della vostra vacanza restate a Tokyo e dintorni, in quel periodo NON fate le famose Suica o Pasmo. Sì, sono comodissime e molto cool perché potete usarle alle macchinette e ai konbini, ma pagate la tariffa intera!

Comprate invece i biglietti giornalieri o quelli turistici da più giorni consecutivi. Questi ultimi in particolare vi permettono di salire su tutte le linee della metro (Tokyo Metro e Toei) anche solo per 500 Yen al giorno (il biglietto da tre giorni). Se vi serve solo un biglietto giornaliero, cercate quel giorno di spostarvi usando le linee di una stessa compagnia e comprate il biglietto giornaliero di quella compagnia (600 Yen).

Exit mobile version