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Vocaboli – iroiro na iro

iroiro na iro

L’espressione いろいろな色 iroiro na iro significa “vari colori” o “molti colori”… ed è di questo che voglio parlarvi brevemente oggi: dei colori in giapponese e di come indicarli.

L’immagine sopra riassume vari colori. Prima di vederli nei dettagli però va detto che quelli che trovate sopra sono i “nomi dei colori”. Come in italiano diremmo “il rosso”, “il blu”, ecc. così in giapponese diciamo “aka”, “ao”, ecc. Se vogliamo usarli come aggettivi (es. la bandiera rossa, il cielo blu, ecc.) allora dobbiamo modificarli leggermente!

I colori principali, quando sono usati come aggettivi, sono degli aggettivi in -i. Tipici esempi sono

Colori come 紅 kurenai, 緑 midori, 藍 ai, ecc. invece terminano in -i, ma non sono aggettivi perché la “i” è parte della pronuncia del kanji. Gli altri, che terminano in -iro (color…) o senza niente (come midori, murasaki o kurenai, che però possono anche comparire insieme al suffisso -iro) prendono semplicemente un の “no”, per legarsi a un sostantivo. Alcuni, rari, come kiiro e chairo, possono avere sia la forma in -i che quella con “no” (es. kiiroi fa anche kiiro no, mentre chaiiro no può anche diventare chairoi, per quanto meno comune).

Va poi detto che questa dei colori non è una scienza esatta. Ad esempio l’ 藍 ai che ho nominato prima va dal color indaco a un navy blue/blu avio. Allo stesso modo abbiamo 茜色 akaneiro che va da un colore molto simile a 紅 kurenai, il rosso scarlatto che vedete in figura, solo un po’ più smorto, fino al colore del tramonto, arancione scuro. In particolare vari sistemi per rendere i colori sul pc, esadecimale, RGB, CMYK… hanno iniziato a offrire la possibilità di definire un numero incredibile

A tanta incertezza va aggiunta la confusione creata dalla differenza tra cinese e giapponese: le due lingue possono usare gli stessi kanji per colori diversi o associare a un colore parole diverse. Ad esempio 紅 kurenai indica un rosso scarlatto in giapponese, ma è il semplice rosso in cinese, mentre il rosso in giapponese si indica per l’appunto con 赤 (sebbene l’aggettivo akai si possa scrivere anche 紅い specie quando si tratta di un rosso con una sfumatura più scura).

A tutto ciò va aggiunto che molti colori sono semplicemente simili. Ad esempio 空色 sora iro (color cielo o, se preferite, celeste) e 水色 mizuiro, color acqua, sono semplicemente degli azzurri. Similmente オレンジ色 orenji iro e 橙色 daidai iro sono, siamo onesti, la stessa roba. O ancora, 桃色 momoiro, che suona come “color pesca” è un semplice rosa! Ah, sia chiaro, questo non perché le pesche giapponesi siano effettivamente rosa (anche se capita che le disegnino così), bensì perché sono rosa i fiori di pesco.

E ancora, che differenza c’è tra ピンク色 pinku-iro (pink = rosa), 桃色 momo-iro e バラ色 bara-iro, il “color delle rose”? Praticamente nessuna, siamo sinceri. Perlomeno non c’è differenza ai miei occhi… ma d’altronde non sono un pittore, un arredatore e nemmeno una donna: io di colori ne distinguo sì e no 16 se va bene, e 8 se va male. Dipende molto dall’umore e dalla mia poca voglia di dare pareri sul colore delle tende nuove… che poi chissà perché, sono sempre sbagliati… i miei pareri, intendo.

Ok, ok, mi rendo conto di aver divagato…

Manca qualcosa in tabella?

Sì, sia perché i colori sono troppi, sia perché a mettercene alcuni, stonavano proprio… p.e. 茜色 akaneiro, già citato, ma anche 金色 kin’iro/konjiki, il color oro, e 銀色 gin’iro, color argento… Che meritavano un posto nell’immagine iniziale, ma essendo finiti gli spazi (ed essendo colori un po’ pacchiani)…

Poi in un caso, si sfiorava l’impossibile: 虹色 niji-iro è il “color arcobaleno”.

Per chi fosse davvero curioso riguardo al tema colori… può usare questo link per vedere tutti i colori tradizionali giapponesi! (^_-)-☆

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