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Jouzu e l’arte di vantarsi in giapponese

Ho fatto un piccolo test sul gruppo Facebook per avere la conferma di un dubbio e cioè che certe cose i libri non le considerano nemmeno… ed è andata come credevo purtroppo. Il 75% circa di chi ha risposto ha detto che la frase 私はテニスが上手です watashi wa tenisu ga jouzu desu, Io sono bravo a tennis, andava bene.

In realtà questa frase, pur avendo “le posposizioni al posto giusto”, suona innaturale… a meno che sia detta per scherzo.

Non suona innaturale a noi, però. La tipica presentazione di fronte ad una classe di giapponese in Giappone di solito comprende sempre alcune persone che dicono qualcosa tipo “Mi chiamo… Mi piace… Sono bravo a…” usando proprio 上手 jouzu. E come biasimarle? I libri non ne parlano, se va bene, e certi corsi includono perfino frasi del genere! …come dimostra l’esempio qui sotto, cortesia di google immagini.

Il Minna no nihongo, mio acerrimo nemico, come saprete ormai, non commette questo errore, ma non ne parla. E “colpevolmente” comprende delle frasi di complimenti ad un insegnante… senza però dire da nessuna parte che uno studente non dovrebbe dire ad un insegnante che è 上手 jouzu nel suo mestiere.

A volte mi chiedo, davvero “ma uno deve già imparare una tra le lingue più difficili al mondo… ma deve pure farlo lottando contro quelli che si atteggiano da insegnanti e i libri buttati fuori a manetta per far cassa?!” Va be’, lasciamo perdere la tristezza delle risorse in circolazione e arriviamo a…

La verità su JOUZU!

La prima regola di jouzu è non usarlo per sé stessi (nemmeno al passato, come invece suggeriva qualcuno). La giusta espressione richiede l’uso di 得意 tokui al posto di 上手 jouzu.

上手 jouzu indica una effettiva abilità, a confronto con gli altri. È una valutazione dell’abilità di una persona (motivo per cui uno studente non deve usarlo parlando ad un insegnante della sua abilità: da studenti non possiamo valutare un insegnante parlando con lui/lei, è scortese perché l’insegnante è un nostro “superiore”).

得意 tokui significa in pratica “punto forte”. Se dico che qualcosa è il mio punto forte, intendo dire che quando si tratta di quel qualcosa ho fiducia nelle mie abilità… Non implica l’idea che io sia bravo rispetto ad altri, perché io posso prendere quasi sempre insufficienze, ma se in inglese prendo sempre 6 e mezzo, 7 …be’, non sono bravo in inglese, ma l’inglese è il mio punto forte, no? 😉

Si dice spesso che 上手 non si può usare “perché in giapponese non mi devo vantare…” ma non è una spiegazione corretta o perlomeno precisa! Difatti mi posso vantare! Però per farlo devo usare 得意 tokui, perché tokui mi permette di dire che “(mi sento) bravo in qualcosa”, senza dire che “sono più bravo (di altri)” in quel qualcosa.

Il fatto è che 上手 jouzu indica un bravo che è “oggettivo”, concreto: bravo rispetto ad altri. 得意 tokui è un bravo che è “soggettivo”: significa che mi sento bravo.

I problemi nel lodare gli altri

Come dicevo più su, lodare un insegnante può essere un problema. Posso lodare un prof. usando jouzu in riferimento alle capacità nel suo campo se siamo colleghi.

Se sono un suo studente, posso ancora lodarlo ma solo SE non mi riferisco al suo campo! Altrimenti suona scortese. P.e. poniamo la mia prof porti dei dolcetti a scuola, posso dirle:
先生、先生は料理が(お)上手ですね (c’è chi raccomanda l’uso di “o-jouzu” e chi non ci fa caso)
Sensei, sensei wa ryouri ga (o)jouzu desu ne.
Prof, Lei è brava a cucinare eh…

Cosa succede se voglio lodare le sue abilità nel suo campo?

In genere si inizia con sasuga desu ne (come ci si aspetterebbe da Lei), quindi si prosegue con qualcosa che dice cosa ho provato di fronte a quel che l’altro ha fatto… (eventualmente riferendomi alla cosa e non alla persona).
先生、さすがですね。感動しました。/すばらしいスピーチでした。
Sensei, sasuga desu ne. Kandou shimashita./subarashii supiichi deshita.
(lett.) Sensei, come ci si aspetterebbe da Lei, eh! Mi sono commosso./È stato un discorso meraviglioso
L’idea è che il discorso ha suscitato in me un’emozione, l’ho sentito come meraviglioso: in questo “kandou suru” e “subarashii” sono sullo stesso piano, perché in un certo senso parlano tutti e due di cosa ho provato.
Tra parentesi “commosso” per noi sembra eccessivo, i giapponesi lo usano con più tranquillità, non è una colossata leccata di …ehm…

Prima di vedere un ultimo rischio nel lodare gli altri, vediamo come usare jouzu e tokui al negativo…

Per dire che qualcuno non è bravo…

Nel dire che qualcuno non è bravo (se mi posso permettere di dirlo senza offenderlo, ovviamente), posso usare (amari) tokui/jouzu janai desu. Posso usare gli opposti di tokui e jouzu, cioè nigate e heta, ma ovviamente “non sei molto bravo” (amari tokui janai desu ne) suona meglio di “sei incapace” (heta desu).

Le stesse forme si possono usare per sé stessi, anche jouzu (janai!) in questo caso è accettabile perché dico che obiettivamente non sono bravo. Ovvio che non c’è problema stavolta.

Piccola nota: nigate ha un uso particolare (per cui la cosa in questione nel contempo “non mi piace”), quindi a seconda del contesto può essere inadatto (vd. questo commento e la mia risposta). Usando il negativo di tokui/jouzu si va più sul sicuro, anche se in frasi brevi e semplici come quelle viste fin qui il problema non si pone.

Con le frasi negative spesso la cosa in cui non si è bravi è messa a tema …o meglio, crea un contrasto: limito il discorso a quel qualcosa.

料理はあまり上手じゃないです。
ryouri wa amari jouzu janai desu.
Non sono molto bravo in cucina.

たけしさん、料理はあまり上手じゃないですね。(笑)
Takeshi-san, ryouri wa amari jouzu janai desu ne. kakko-warai (kakko = parentesi)
Takeshi, tu non sei molto bravo in cucina eh? (lol)

Attenzione però! Se uno vuole lodare qualcuno e mette “wa” alla cosa in cui uno è bravo, (a meno che quel qualcosa sia senza dubbio a tema) l’effetto di contrasto creato sulla cosa in cui uno è bravo resta lo stesso, quindi si limita il discorso a quel qualcosa…

たけしさんは、サッカーは上手ですね。(笑)
Takeshi-san wa, sakkaa wa jouzu desu ne.
Takeshi, a calcio è bravo, eh? (lol)
Takeshi, a calcio sei bravo, eh? (lol)

Una frase del genere porta Takeshi a pensare: “Vuoi dire che sono bravo solo a calcio? Che in ogni altra cosa non sono bravo?”… che, insomma, poverino, no? La struttura in sé si potrà usare in altre situazioni. P.e. se sto parlando di Takeshi e Marco mi cita degli sport, perché vuole sapere in cosa è bravo Takeshi… Se io non sono informatissimo, posso dire a Marco che “Takeshi a calcio è bravo”, e uso “sakkaa wa” perché per il resto non so bene… be’, in questo caso non è certo un insulto! Ma non se sto parlando direttamente con Takeshi e voglio lodarlo… il discorso cambia.

Ah, se volete chiaramente insultare Takeshi (magari per scherzo?), basta usare “dake wa”: Takeshi wa sakkaa dake wa jouzu da ne! A calcio sei bravo, eh? Solo a calcio però! In ogni altra cosa… ^^;;;

Ok, è tutto. Spero la lezione sia piaciuta… o sia stata perlomeno utile. E se la pensate così, condividetela: è sempre di grande aiuto e una soddisfazione per noi. Grazie!

Alla prossima-kuma! (* ̄(エ) ̄*)

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