Cominciamo oggi una “carrellata” sul magico mondo dei verbi giapponesi (^_^”). Certamente vi sembrerà che si tratti di molte cose (troppe), ma se pensate a quanto tempo avete dedicato ai verbi e alle coniugazioni durante gli anni della scuola, be’, le poche parole che serve spendere sui verbi giapponesi, sono davvero poca cosa.
Più giù trovate un indice di tutti i post che ho dedicato ai verbi (per ora) all’interno del materiale di preparazione al JLPT. Ma andiamo con ordine…
I verbi in giapponese
Premesse
Se proviamo a cercare un verbo su un dizionario giapponese, ad esempio 見る miru (guardare), notiamo subito che si trova esattamente in questa forma. Se si trattasse dell’italiano, cercherei “guardare” e non “guardo” o “guardiamo”. Tuttavia per i verbi giapponesi questo problema non si pone. Primo perché non possiedono un modo infinito presente (per es. guardare, leggere, dormire); secondo perché la forma vista, “miru”, è invariabile e vale se vogliamo dire “guardo”, “guardi”, “guarda”, “guardiamo”… e così via per tutte le persone, senza distinzione di numero o genere maschile/femminile (se dico “loro sono guardati” intendo dei maschi, ma con “loro sono guardate” mi riferisco a delle ragazze…no? Ecco, nemmeno questa distinzione esiste in giapponese).
Dunque? Dunque dimenticatevi i modi (infinito, indicativo, congiuntivo…) e dimenticatevi le nostre coniugazioni (in -are, -ere, -ire) e dimenticatevi le forme verbali diverse per ciascuna persona singolare e plurale! Io sono, tu sei, egli è… si dice sempre “desu” (o se avete già studiato questa lezione, anche “da”), mentre io leggo, tu leggi, ecc. si dirà sempre “yomu”. Insomma, le complicazioni sono ridotte a zero!
Non solo! Non ho una vera distinzione tra presente e futuro: la stessa forma verrà tradotta in italiano con un tempo presente o un futuro a seconda del senso che ha nella frase. Per esempio, se è presente un avverbio come “domani” è ovvio che il verbo andrà tradotto con un futuro.
A molti studenti pare assurdo, ma è un fatto assolutamente banale, che è presente anche in italiano! Non vi è mai capitato di dire “Ora non posso, ma domani ci do un’occhiata”. Ho scritto “do” (presente) invece di “darò” (futuro), ma non è certo sbagliato!
● すぐに帰ります (sugu ni kaerimasu) è “torno a casa subito”
● あした帰ります (ashita kaerimasu) è “domani torno/tornerò a casa”
Come vedete in giapponese la forma è sempre “kaerimasu”, non cambia, per il semplice fatto che non esiste una vera forma futura da poter usare come in italiano.
Dunque i verbi giapponesi si presentano in questa forma che vale sia per il tempo presente, sia per il tempo futuro (e per questo spesso è detta forma “non passata”). E non è tutto qui! Questa forma non si coniuga come saremmo abituati a credere (non esistono gli stessi modi e tempi che usiamo in italiano) e inoltre la stessa identica forma vale per tutte le persone, a prescindere da numero e genere (io tu lui lei noi voi loro).
È la stessa forma che troviamo sul dizionario ed è detta “forma piana”, in contrasto con la “forma cortese”. Entrambe svolgono lo stesso “ruolo”, quello di tempo presente o futuro (e sono valide per tutte le persone), solo che vengono usate in contesti diversi (più che altro a seconda della “situazione”, più o meno colloquiale o cortese).
Per concludere, la forma piana finisce sempre con il suono “U”, mentre la forma cortese è facilmente riconoscibile, perché termina sempre in -masu (con l’eccezione del verbo essere che fa “desu” alla forma cortese e “da” nella forma piana)… ovvero “masu” è una desinenza che lego alla radice del verbo trovato sul vocabolario. Così se sul vocabolario c’è “yomu”, leggere, con una piccola modifica a questa forma e l’aggiunta di “masu” passo alla forma cortese: yomimasu. (Ovviamente torneremo presto questo punto per capire meglio, non preoccupatevi se vi pare che abbia corso troppo^^).
Quanto visto fin qui vuole essere la necessaria premessa a tutto ciò che dovremo dire sul vasto argomento che andiamo ad affrontare e comprende le coniugazioni, le basi verbali, le principali forme verbali… e così via.
Di seguito trovate un indice di ciò di cui parleremo e che verrò, ovviamente, aggiornando man mano che i post usciranno (nelle date tra parentesi).
- Verbi giapponesi – Premesse
- Verbi intransitivi e transitivi
- Le frasi relative
- Kuu mono ga nai! Non c’è nulla… “da” o “con cui” …mangiare …?
- Relative particolari e particolarità delle relative (parte 1)
- Relative particolari e particolarità delle relative (parte 2)
- Il verbo suru (fare)
- Forma volitiva/esortativa in -ましょう
- La forma in -te
- La forma in -te – Come si costruisce?
- La forma in -te – Negativo, passato e forma cortese (?!)
- La forma in -te – Come imperativo
- La forma in -te usata per coordinare (1)
- La forma in -te – Come modale
- La forma in -te usata per coordinare (2)
- La forma in -te – Come causale
- Limitazioni e alternative alla forma in -te
- La forma in -te aru e i verbi durativi
- La forma in – te iru, i suoi tre usi principali e i verbi istantanei
- (a) Forma in -te + mo e (b) forma in -te + mo ii
- -te wa ikemasen e -nakute wa ikemasen