Oggi la lezione ruoterà attorno ad un elenco di verbi che non accettano la costruzione “sostantivoをsuru” (vedremo poi meglio come stanno davvero le cose).
Ah! Ricordate che finché ci occuperemo di questo argomento, quando dico “sostantivo” intendo il sostantivo che crea il verbo in suru. P.e. “benkyou” nel caso di “benkyou suru” oppure “ai” nel caso di “ai suru” (gli altri sostantivi nella frase sono indicati con A o B).
Questi due esempi sono poi perfetti perché mentre posso dire sia “Aをbenkyou suru”, sia “Aのbenkyouをsuru”, posso dire “Aをai suru” ma non “Aのaiをsuru” (né posso usare un’altra posposizione al posto di の), cioè molto semplicemente non dico mai “aiをsuru”.
Attenzione! In realtà tra i verbi che elencheremo ce ne sono alcuni che permettono l’uso della posposizione を (non è il caso di “ai”) e ne troverete degli esempi su google, ma si tratta comunque di “casi rari”, per così dire, e spesso si usa を per implicare una sfumatura… di cui parleremo meglio dopo – come detto – con degli esempi.
I verbi in suru, solo se scritti “sostantivo+suru”, senza を in mezzo, possono essere considerati verbi transitivi o intransitivi. Se non fosse ovvio, sono così identificati:
– Transitivi (accettano la costruzione “Aをsostantivo+suru”)
– Intransitivi (non accettano la costruzione “Aをsostantivo+suru”)
A prescindere da ciò, però, i verbi in suru possono o no accettare la forma alternativa, già citata, del tipo “A+posposizione+sostantivoをsuru”. Dove quella indicata solo come “posposizione” può corrispondere a の (no), come accade spesso, o a に (ni), と (to)… ecc., a seconda del verbo in suru da cui sono partito.
I verbi già visti, benkyou+suru e ai+suru sono transitivi: posso scrivere Aを勉強する (per esempio A = il giapponese), così come posso scrivere Aを愛する (p.e. A = Francesca). Tuttavia, sebbene esista la forma Aの勉強をする non posso scrivere la forma ✘ Aの愛をする.
I verbi in suru intransitivi sono verbi che possono reggere direttamente un complemento, ma questo NON è un complemento oggetto. Ad esempio ho 外出する gaishutsu suru, uscire, assentarsi, ecc. che non regge un particolare complemento. Quindi potrò dire p.e. “il capo si assentò” (ボスが外出した bosu ga gaishitsu shita).
Ma posso avere un verbo come 結婚する kekkon suru, “sposarsi” che regge di norma un complemento del tipo 人と (hito to) cioè “con una persona”: Aと結婚する = sposarsi con A (e non ✘ Aを結婚する = sposare A).
Sia gaishutsu+suru che kekkon+suru accettano la costruzione sostantivoをsuru, ma ciò non vale sempre nemmeno per i verbi intransitivi.
Ad esempio 緊張する kinchou suru, “sentirsi nervoso, in ansia” non accetta la costruzione ✘ A+posposizione+kinchouをsuru. Per la precisione kinchou+suru non regge direttamente alcun complemento, proprio come fa gaishutsu suru (ciò non significa che non possano esserci dei complementi nella frase, ma solo che non sono strettamente legati al verbo come nel caso di “kekkon suru”: se dico “sposarmi”, la domanda “con chi?” è essenziale per percepire la frase come “complesta”, no?).
Es.: Bが緊張した B ga kinchou+shita = B era nervoso. Come vedete ho il soggetto, ma non serve alcun complemento in particolare (e vi ricordo che non scrivo kinchouをsuru).
Il verbo 成功する seikou+suru, avere successo, invece può essere costruito con o senza un complemento retto direttamente. Ad esempio posso dire:
Aが成功した per dire che l’impresa A ha avuto successo.
…oppure posso dire:
BがAに成功した per dire che la persona B ha avuto successo nell’impresa A.
Dove “A ni” è il complemento retto direttamente di cui parlavamo.
Anche nel caso di seikou, comunque, non devo scrivere ✘ A+posposizione+seikouをsuru.
Quando ho la costruzione “sostantivoをsuru”, non è più “corretto” parlare di verbo in suru, perché quella che prima era una parola unica, es. benkyou+suru, è ora considerata come una semplice struttura complemento oggetto (benkyou wo) con il verbo “fare” (suru), che è transitivo. Ad ogni modo non ci cureremo troppo di questa distinzione, tenete solo presente che, stando così le cose, poiché per esempio “benkyou wo” è complemento oggetto di “suru”, è ovvio che nella frase non potrò avere un altro complemento oggetto, quindi non andate in giro a scrivere ✘ nihongo wo benkyou wo suru: è sbagliato.
Di seguito trovate un elenco (parziale) di verbi in suru (sostantivo+suru, es. 勉強する, benkyou+suru) che NON accettano* la costruzione “(A+posposiz.)+sostantivoをsuru”.
Sostantivo(+suru) | Significato | Complemento? | |
愛 | あい | amare (qualcuno; raram. qualcosa, perché troppo enfatico) | Aを |
安心 | あんしん | sentirsi sollevato | Bが |
影響 | えいきょう | avere un’influenza su (qualcuno o qualcosa) | Aに |
回転 | かいてん | ruotare, fare il/un giro | Bが |
感心 | かんしん | ammirare (qualcuno) | Aを |
記憶 | きおく | memorizzare (qualcosa) | Aを |
希望 | きぼう | augurarsi/sperare in (qualcosa di positivo) | Aを |
緊張 | きんちょう | essere nervoso | Bが |
苦労 | くろう | faticare | Bが |
後悔 | こうかい | rimpiangere | Aを・Aに |
合格 | ごうかく | essere ammesso, passare (un esame), ricevere una qualifica per un ruolo; B = persona, A = scuola o esame; forma più comune è BがAに | Bが・Aが/に/を |
故障 | こうしょう | rompersi, guastarsi | Bが |
混乱 | こんらん | essere confuso/caotico | Bが |
賛成 | さんせい | essere d’accordo con (un’opinione) | Aに |
刺激 | しげき | stimolare, spronare (p.e. la produzione) | Aを |
実現 | じつげん | realizzare (p.e. un sogno) | Aを |
招待 | しょうたい | invitare (qualcuno) | Aを |
承知 | しょうち | sapere, essere consapevole di (un fatto) | Aを |
所有 | しょゆう | possedere (qualcosa) | Aを |
振動 | しんどう | vibrare, tremare | Bが |
進歩 | しんぽ | progredire, fare progressi | Bが |
推薦 | すいせん | raccomandare (qualcuno) | Aを |
成功 | せいこう | avere successo (B = persona, A = impresa) | B/Aが・Aに |
成長 | せいちょう | crescere, svilupparsi | Bが |
説得 | せっとく | persuadere (qualcuno) | Aを |
増加 | ぞうか | aumentare (come in italiano posso dire che “io aumento qualcosa” o che “qualcosa aumenta”); qlc.sa = A, es. “il numero di…”) | Aが・Aを |
組織 | そしき | organizzare, formare (p.e. un club) | Aを |
卒業 | そつぎょう | diplomarsi/laurearsi a (scuola, università); lasciarsi alle spalle/dire addio a (es. vizio…); Aを più comune | Aを・Aから |
尊敬 | そんけい | rispettare, ammirare (qualcuno) | Aを |
代表 | だいひょう | rappresentare, parlare per (un paese, qualcuno…) | Aを |
注目 | ちゅうもく | prestar attenzione a, accorgersi di (qualcosa) |
Aに |
同情 | どうじょう | provare compassione per | Aに |
入学 | にゅうがく | essere ammesso (in una scuola) | Bが |
爆発 | ばくはつ | Aがesplodere/Aをfar esplodere | Aが・Aを |
発展 | はってん | svilupparsi trasformandosi (in A); crescere, espandersi (eng.: “escalate”) | Bが・Aに |
反対 | はんたい | essere contrario a, opporsi a (in generale ad una cosa, ma anche ad una persona) | Aに |
表現 | ひょうげん | esprimere (es. un’idea) | Aを |
不足 | ふそく | mancare, essere presente in scarsa quantità | Bが |
変化 | へんか | cambiare, trasformarsi | Bが |
放送 | ほうそう | trasmettere (notizieを / riguardo ad A = Aについて) | Aを・Aについて |
満足 | まんぞく | essere soddisfatto; trovare gratificante/essere soddisfatto di (qualcosa) | Bが・Aに |
用心 | ようじん | fare attenzione a | Bが・Aに |
理解 | りかい | comprendere | Aを |
Spero che i riferimenti della terza colonna ad un possibile complemento strettamente legato al verbo in suru siano chiari (se trovate solo Bが significa che non c’è un simile complemento).
Veniamo ora ad un importante avvertimento in proposito.
Sono stato, finora, lapidario nell’esprimermi: “NON accettano…”, dicevo sopra. Be’, a dire il vero – scusatemi – non è proprio così! Bene o male tutti i verbi visti accettano la costruzione “sostantivoをsuru”, in alcuni casi sarà rarissima, in altri meno… in alcuni sarà più frequente del classico verbo in suru! Ad esempio 同意する doui suru (“essere in accordo con”) si trova più di frequente nella forma 同意をする (e regge Aに/Aについて).
Innanzitutto notate una cosa. Essenzialmente tutti i verbi che “non accettano” la forma alternativa con “wo” frapposto (sostantivoをsuru) tendono ad essere di due tipi, verbi di emozione (es. anshin suru, doujou suru, ecc.) o verbi che descrivono dei processi che avvengono naturalmente, spontaneamente, senza controllo (es. bakuhatsu suru, shinpo suru, hatten suru, ecc.).
Per quanto per questi verbi la forma sostantivoをsuru sia rara, è possibile usarla. Si può inoltre notare che in questa forma alternativa la sfumatura che si va ad aggiungere è una sfumatura di controllabilità dell’azione, che cancella il lato emotivo o quell’idea di fatto che avviene spontaneamente. Ah! Ricordiamoci però di no usare due を nella stessa frase.
In pratica è un po’ come se “doujou suru” significasse “impietosirsi” (es. “l’uomo non poté fare a meno di impietosì di fronte a quella vista straziante”).
Per contro, doujou WO suru avrà più una sfumatura del tipo “avvertì in sé un sentimento simile alla pietà” o “si rese conto della presenza d’un sentimento simile alla pietà”… delle frasi, insomma, che potrebbero tranquillamente essere riferite a Terminator e nonostante ciò non resteremmo stupiti… mentre “Terminator si impietosì” suona strano, no? ^__^
Ora, ovviamente ho esagerato un po’, volevo solo cercare di rendere l’idea di cosa significasse eliminare l’aspetto emotivo dell’azione, renderla più oggettiva, aggiungere un’idea di controllabilità, ecc. Fate conto che abbia fatto un esempio simile per i verbi che descrivono processi spontanei, azioni che “avvengono naturalmente”… Va be’, mi sforzo un po’ di più…
Ecco, trovato! Bakuhatsu suru lo tradurremo con “(la bomba) esplose”, mentre potremmo tradurre bakuhatsu wo suru con “giunse ad esplodere”, se appropriato nel contesto, o, non so, “fece un gran botto nell’esplodere”… insomma una forma che renda la cosa meno spontanea, vedete voi, a seconda dei casi. Certo, potreste obiettare che un’esplosione non sembra qualcosa di controllato, ma è il verbo in sé che deve sembrare controllato dal soggetto, non il risultato dell’azione.
Quando ho questa situazione? Quando il soggetto richiede questa sfumatura da parte del verbo, ad esempio se ad eseguire l’azione ho un congegno, un computer, un istituto …oppure, banalmente, una persona (qualora di norma il soggetto non sia un altro).
Un esempio “d’attualità” potrebbe essere una frase tipo “il reattore n°3 portò all’esplosione dell’idrogeno” (3号機が水素の爆発をした, sangouki ga suisou no bakuhatsu wo shita).
Una piccola nota in conclusione. Anche senza quest’ultima regola “bakuhatsu suru” è uno strano verbo, poiché come vedete nella tabella sopra ha due significati ben diversi, sia “esplodere” (il soggetto è una bomba) sia “far esplodere (qualcosa)” (e il soggetto sarà, eventualmente, una persona).