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Se state leggendo questo post dopo aver affrontato l’hiragana (per molti versi l’alfabeto il sillabario più importante del giapponese) e prima di affrontare il katakana, bene… ma va bene anche se non avete ancora fatto nulla! In tal caso, però, sarebbe bene che apriste almeno una tabella dei simboli dell’hiragana e del katakana (o magari qualche video) così da dargli almeno una prima occhiata e iniziare a vedere le prime “differenza grafiche”.

Ma torniamo a noi! Come forse si deduce dal titolo, oggi vi proporrò una brevissima…

Introduzione alla scrittura giapponese

Saprete, credo, che il giapponese ha 3 metodi di scrittura: kanji, hiragana, katakana. Per questi ultimi due parlo genericamente di kana… si tratta di circa 50 simboli per l’hiragana e altri 50 circa per il katakana.

Sono associati agli stessi suoni, ma usati con scopi diversi.
I kanji hanno un significato (a volte più d’uno) e almeno una pronuncia. Quelli “obbligatori”, o meglio “i kanji di uso comune” (noti come “jouyou kanji”) sono 2136 ma una persona di cultura media riconosce circa 3000. Ogni ambito specialistico (ad esempio scientifico, giuridico, ecc.) poi porta con sé numerosi altri kanji (qualche centinaio), così come in italiano questi ambiti hanno un loro “gergo tecnico” e quindi vocaboli che nessuno conosce se non è “pratico del settore”.

Di seguito proverò a spiegare, in breve, tutti i possibili usi di kanji, hiragana e katakana.

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I kanji


Mentre la lettera A è un simbolo che indica solo un suono e deve essere messo insieme ad altri simboli (scrivendo per esempio ALBERO) perché si possa avere anche un significato, i kanji si rifanno a un’idea di scrittura ben diverso.

Un kanji in origine era un disegno di qualcosa, un ideogramma: la sua forma richiamava un significato. Ancora oggi quando scrivo 木 posso intravedere la forma di un albero, che è poi il significato di questo kanji. La maggior parte dei kanji non sono più disegni di qualcosa, perché la loro scrittura si è evoluta nel tempo (semplificazioni, sostituzioni, errori… li hanno trasformati moltissimo), ma continuano a richiamare un significato. E oltre a un significato hanno ovviamente una pronuncia.

Vi pare incredibilmente assurdo? Ma anche noi usiamo dei “kanji”! Non ve ne siete mai accorti?

Le cifre 1, 2, 3, 4… sono dei “kanji”! Sono dei simboli che richiamano un concetto, prima che un suono (tanto che, per esempio, 1 si legge “uno” in italiano, ma “one” in inglese… pur richiamando lo stesso significato in ciascuna lingua).

Non solo! Se vedete una maglietta con su scritto “I ❤ NY” leggete I love New York, giusto? Eppure quel cuore non è una lettera, non richiama un suono, richiama un concetto, innanzitutto, e poi, in secondo luogo, una pronuncia.. a volte diversa da paese a paese, così come per la cifra 1 o per il kanji  我 (io) che si legge wo in cinese, ma wa, ware o GA in giapponese.

Vediamo dunque nei dettagli qualcosa sui kanji nella lingua giapponese…

I kanji si trovano (1) da soli, seguiti da kana (che possono (2) far parte o (3) no della parola), oppure (4) insieme ad altri kanji (per formare parole fatte solo da kana). Ecco degli esempi:

  1. 後、 (ato, …), cioè Dopo… , E poi…
  2. 後ろ (ushi.ro) Dietro, (sul) retro, in fondo; il kana è parte della parola “ushiro”.
  3. 後がない (ato ga nai) non c’è un dopo (con l’idea che “se sbagliamo ora, non ci sarà un dopo” i.e. non avremo un’altra occasione). Non usando gli spazi in giapponese, i kana seguenti sembrano parte della parola, ma non è così: ga e nai hanno delle proprie funzioni grammaticali. Lo stesso vale per 後で (ato de), che da solo significa “a dopo” e preceduto da un verbo “dopo che”.
  4. 午後 (gogo) pomeriggio (lett. dopo mezzogiorno). In coppia con altri kanji spesso il kanji cambia pronuncia… e può averne più d’una!* Per esempio 後悔 koukai, rimpianto (lett. la frustrazione del dopo) vede il kanji 後 con pronuncia “kou”.
    *Non è una regola fissa.

I kanji, come avrete capito dagli esempi, indicano un generico significato di base. Inoltre bisogna ricordare che non possiedono, in genere, una singola pronuncia… ma se ci pensate ciò vale per tante lingue, perfino quelle occidentali; l’inglese ad esempio cambia spesso la lettura delle proprie lettere da una parola all’altra.

I kana che seguono il kanji (vd. 2 e 3) spesso ci permettono di capire, avendo studiato quel dato kanji, come leggerlo: cioè se trovo 後ろ , siccome ho studiato che quando 後 è seguito da ろ (ro) si legge ushi-, allora so di aver davanti la parola “ushiro”.

Per il resto, vd. esempio 4, devo aver studiato un vocabolo per essere sicuro di quale pronuncia il kanji abbia in quel vocabolo.

Chi avesse dubbi da chiarirsi sul perché i kanji abbiano più d’una pronuncia può leggere gli articoli della tag pronunce o direttamente questo post.

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I kana


Per indicare hiragana e katakana si usa il termine generico “kana“. A differenza dei kanji, questi “kana” non hanno alcun significato, sono caratteri (tipo le nostro lettere) associati a dei suoni (essenzialmente tutti sillabici, a parte le 5 vocali e la consonante N… per questo parlo spesso di “sillabari” e non mi piace il termine “alfabeto/i giapponese/i”!).

Primo uso che vediamo: sia l’hiragana (in particolare nei testi letterari, dai romanzi, ai manga) sia il katakana (in altri contesti) vengono usati come “furigana” (cioè quei piccoli kana scritti sopra i kanji per suggerirne la pronuncia… perché il kanji è difficile o perché il testo è per bambini o ragazzi che ancora non sanno molti kanji).
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1) L’hiragana


L’hiragana si usa anche, in particolare, per “completare” certe parole che non sono scritte interamente in kanji. Per indicare tutto quel che resta oltre il kanji, cioè la parte in kana, si parla spesso di “okurigana (che si può tradurre letteralmente come “kana di accompagnamento“).

L’uso principale è cioè quello di creare le desinenze (grammaticali) di una parola. Il kanji ci dà un’idea del senso, l’hiragana ci dice cosa abbiamo di fronte da un punto di vista grammaticale (un aggettivo? un verbo? e se è un verbo, è al presente oppure no?).

Ad esempio se ho il verbo 見る miru, “vedere”, il kanji si legge “mi”, quanto segue è okurigana e corrisponde alla desinenza grammaticale di questo verbo.

Se invece ho 食べる taberu, “mangiare”, il kanji si legge “ta”, quel che segue è scritto in kana ed è okurigana. Il kana usato per “be” però non fa parte della desinenza grammaticale: solo “ru” ne fa parte. Perché? Come lo so? Conoscendo la grammatica. Ad esempio, so che se tolgo “ru” e metto “ta” passo dal presente alla forma passata (食べた), mentre togliendo “ru” e mettendo “nai” passo dal presente, in forma affermativa, al presente in forma negativa (食べない).

Studiando la grammatica tutto ciò vi diventerà familiare… Certo, c’è un piccolo trucco: di norma solo l’ultimo kana è una desinenza grammaticale; esistono solo un paio di desinenze scritte con più d’un kana^^

L’hiragana viene usato poi per le particelle (posposizioni e congiunzioni), che non hanno (o non hanno più) un loro kanji, per certe onomatopee e per scrivere certe parole che vengono normalmente espresse in kana per comodità, perché il loro kanji non è ufficiale, oppure è ufficiale, ma particolarmente (o “inutilmente”) complesso.

Vi capiterà poi di trovare una parola scritta in hiragana perché in effetti è la contrazione di un’altra parola (es. あんた anta è la contrazione di 貴方 anata, cioè “tu”) o una variazione fonetica (es. みんな minna invece di 皆 che leggo solo “mina”).

A volte anche un kanji semplice può essere evitato, scrivendo la parola in hiragana.

Accade poi spesso in determinate espressioni o costruzioni, per distinguere la parola “vera e propria” (il kanji in sé con il suo preciso significato), dalla parola usata in quella data costruzione, magari, in modo idiomatico… ad es.: “toki” si scrive in kanji per dire “tempo”, ma di solito si scrive in kana se segue un verbo e significa “quando”. Lo stesso vale per il verbo “iu”, dire, che scrivo in kana nella costruzione “A to iu B” (che prende B e lo definisce come A: “B che si chiama/è detto A”).

Poi ovviamente, ci possono essere ragioni “stilistiche” o di semplicità, immediatezza ed efficacia comunicativa (pubblicità, slogan, libri per bambini, scrittura più rapida, eccetera).

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Il katakana


Abbiamo infine il katakana. Tutti vi diranno che il katakana si usa per le parole straniere. E’ una verità parziale. Innanzitutto si usa per trascrivere in giapponese le parole che hanno un’origine straniera (noi usiamo il roomaji, loro usano il katakana).

Ciò significa che si userà per trascrivere parole straniere, ma anche parole che ormai fanno parte del vocabolario giapponese! Come la nostra parola “sport”, ad esempio, che è ormai parte del vocabolario italiano, così たばこ “tabako” (tabacco) è considerata una parola giapponese; certe parole sono arrivate in Giappone da tanto tempo che hanno perfino dei kanji ufficiali scelti apposta e capita davvero di trovarle scritte in kanji (anche se di norma si trovano scritte in hiragana o, più spesso, in katakana).

Bisogna che teniate ben presente una cosa: la trascrizione in giapponese si ha adattando la pronuncia della parola d’origine straniera, non la sua forma scritta!

Questo è un fatto importante, non dovete riportare la parola come è scritta, ma, usando i kana, dovete trascriverne la pronuncia. Quindi per una parola d’origine italiana è molto facile, ma con altre lingue no! In pratica quel che fanno i giapponesi è un po’ come se noi scrivessimo “Uòscintòn” invece di Washington, o “acsciòn” invece di action

Ma non è tutto qui! Bisogna anche adattarsi al fatto che i suoni della lingua giapponese sono davvero pochi.

Non hanno i suoni “di”, “si”, “tu”, “ti”, né i suoni con la F a parte “fu”… gli mancano perfino tutti i suoni con la V, così per molto tempo li hanno resi con la B (バカンス bakansu è la trascrizione dell’inglese “vacance”, ovvero sia “vacanza”)! Anche loro, come noi, hanno spesso a che fare con l’inglese, quindi tutto ciò dà origine ad un vero incubo linguistico!

Volete degli esempi? Abbiamo parole (non le trascrivo in katakana, scrivo solo in romaji per comodità) tipo l’inglese network che diventa nettowaaku (e viene pronunciata proprio così!), o anche shirt che diventa shatsu, o mail che diventa meeru… E poi… poi ci mettono pure un pizzico di fantasia e improvvisazione, per cui cake, torta, si leggerebbe “keik”, ma in giapponese non si trascrive, come sarebbe ovvio, “keiku” (tanto la U non si sente a fine parola), la si scrive ケーキ “keeki” …/'(_ _#)’\…

La buona notizia è che ci si abitua…

La cattiva notiz. …scherzo, non c’è nessuna cattiva notizia. Vediamo invece altri usi.

Il katakana è usato nello scrivere molte onomatopee, ma anche al posto del maiuscolo per enfatizzare (le pubblicità, il nome dei prodotti, le insegne… se ne fa un grande uso), a volte si usa anche solo per far risaltare una parola in particolare in mezzo al testo.

È importante, specie entro una lunga sequenza di caratteri hiragana, perché aiuta a distinguere meglio tra le parole… in genere bastano i kanji per questo: segnalano dove finisce una parola e ne inizia un’altra (cosa essenziale in una lingua che non usa spazi nello scrivere). In pratica usare i kanji separa le parole, come se segnalassi l’iniziale di OgniParolaScrivendoCosì, e facilita la lettura.

Se i kanji mancano, leggere molti hiragana di seguito può creare confusione (sescrivocosìèdifficileleggere, ma è già più facile leggereSEscrivoINquestoMODO).

A volte, poi, il katakana si usa, come l’hiragana, per sostituire kanji difficili, poco usati… o anche in questo caso, secondo il gusto dell’autore. Il katakana è molto usato anche per scrivere rapidamente: le ordinazioni al ristorante, ad esempio… ho notato che perlopiù vengono scritte in katakana.

Citiamo infine, non stupitevi, gli acronimi (CIA, ONU, ecc.) e, come dicevo, il furigana, sono un esempio di altri usi del katakana. E ancora, per finire, sappiate che in determinate occasioni, specie scrivendo a mano, in piccolo e/o velocemente, si tende a usare il katakana, perché, scrivendo a mano, le linee “secche e squadrate” del katakana sono più adatte (e veloci) rispetto a quelle “morbide e curve” dell’hiragana.

Poi… be’, direi che, almeno per ora, sono tutti gli usi che mi vengono in mente! ^__^;;

Chi volesse approfondire il discorso può trovare su Jappop alcuni miei interventi sull’argomento “scrittura giapponese“. Ad esempio qui e nel post seguente si parla di kanji, mentre qui e nel post seguente si affronta l’hiragana e infine qui e nei due post seguenti si parla di katakana… tutto con dovizia di esempi e immagini e, come sempre, tutto spiegato nei minimi dettagli.

Se qualcosa non fosse chiaro, o voleste anche solo parlare dell’argomento, dovete solo lasciare un commento qui di seguito (-_^)

70 thoughts on “Introduzione alla scrittura giapponese

  1. <>
    Ahahahah! A parte gli scherzi, quindi… l’hiragana mi sa che l’ho capito perchè è quello che si usa più comunemente insieme ai kanji… Si usa principalmente per a grammatica(aggettivi, verbi, etc.) e le desinenze. (mi sa però, che devo approfondire l’argomento dei 2 tipi di pronunce! ma non potevano usare solo la LORO di pronuncia?! T_T)
    Per quanto riguarda il katakana invece… beh, può scrivermi un esempio di quando si usa per marcare una parola(che tipo di parola?) in una frase lunga di hiragana?
    Dunque, anche “supagetti” o “chiketto” si scrivono in katakana no?? Praticamente dovrei conoscere in particolare tutte le parole di origine straniera, trascritte in roomaji, e poi scriverle in katakana!

  2. Ok, ne approfitto per un super riassunto.
    L’hiragana si usa per le desinenze DI aggettivi, verbi, ecc… E poi si usa per particelle di vario genere (come le nostre preposizioni, a, di, da, in, con, su, per, tra, fra, certe congiunzioni, tipo “inoltre” o “perchè”)…
    Le “due pronunce” (non vorrei facessi confusione) valgono SOLO per i kanji.
    E si tratta di 2 TIPI di pronunce… un kanji può avere molte pronunce, per esempio 4 o 5. Alcune saranno di un tipo (di origine giapponese, o “kun”), le altre apparterranno all’altro tipo (saranno di origine cinese, o “ON”).
    Ad esempio 人 (persona) si legge hito (orig. giapponese) oppure NIN o JIN (2 pronunce di origine cinese).
    Tuttavia capita che un kanji abbia anche una sola pronuncia, che sarà di origine cinese o di origine giapponese… quindi avrà una pronuncia di un tipo, ma non avrà nemmeno una pronuncia dell’altro tipo. Per esempio 信 (credere) si legge solo SHIN (orig.cin.), mentre 峠 (passo montano) si legge solo “touge” (orig.giapponese).
    Quindi non preoccuparti, non devi imparare 2 mila kanji e 10 mila pronunce…

    …quando si usa per marcare una parola(che tipo di parola?) in una frase lunga di hiragana?

    http://img690.imageshack.us/img690/3286/kanjikana24801.png
    E’: rei no MONO wa UCHI de hokan shite imasu
    La COSA in questione si trova in custodia DA ME

    Dunque, anche “supagetti” o “chiketto” si scrivono in katakana no?? (Sì) Praticamente dovrei conoscere in particolare tutte le parole di origine straniera, trascritte in roomaji, e poi scriverle in katakana!

    Studiando giapponese impari che “aria” si scrive kuuki in roomaji e si scrive 空気 in kanji. Allo stesso modo impari che biglietto, dall’inglese “ticket”, si scrive “chiketto” in roomaji e si scrive チケット in katakana…
    E’ tutto molto meno strano di quel che può sembrare.

  3. Ho ben capito!! Ora mi sa che mi salvo questo tuo riassunto generale su kana e kanji che era proprio quello che volevo!! Per il resto, se avrò problemi, andrò ad approfondire nei tuoi vari post, così non ti faccio ripetere le cose 300mila volte ahah ^^
    Comunque è vero, ora noto di più che i kana non sono così difficili come credevo.. o che i kanji non sono impossibili da imparare! anche se……………….. <> no, infatti sono 2136!!! ahahah XD a parte gli scherzi, ci vuole solo un pò di impegno… una si ci deve mettere(avendone il tempo) e poi immagino che attraverso lo studio, viene tutto più naturale… a poco a poco… Ad esempio potrei iniziare con l’imparare quegli 80 kanji che i bambini giapponesi imparano in prima elementare :P, imparando quei 2 tipi di pronunce… di più sono quelle che mi stonano! Certo, ci vuole un bel pò di memoria… Il metodo di studio non è diverso di quando si studiano altre cose… solo che nel caso del giapponese ci sono tante cosucce da ricordare! Ma mi rendo conto sempre più(grazie a tutte le tue spiegazioni) che non è IMPOSSIBLE XD
    E grazie per l’esempio!! Quindi quando si ritiene che una frase in hiragana è troppo lunga si usa per determinate parole il katakana. Sì, credo di aver compreso tutto!

    1. >> Quindi quando si ritiene che una frase in hiragana è troppo lunga si usa per determinate parole il katakana. Sì, credo di aver compreso tutto!
      E’ una scelta di chi scrive (se usare o no il katakana e per quali parole farlo)… non si è assolutamente obbligati a farlo, anche se la frase in hiragana fosse molto lunga -_^
      p.s. Prego! 😀
      p.p.s. credo che tu stia usando i simboli di maggiore e minore, cerca di evitarli perché a volte il sito crede che tu gli stia dando un comando e potrebbe tagliare dei pezzi del tuo commento …in pratica non devi mai mettere di seguito minore e poi maggiore, così:
      [sourcecode language=”html”]
      <blablabla ciao ciao>
      [/sourcecode]
      Però puoi scrivere solo il maggiore o solo il minore nello stesso messaggio, ma non tutti e due

  4. Ah, quindi è una cosa soggettiva, insomma!! Anche perchè è difficile capire quale parola “marcare” con il katakana!! Cioè, ognuno fa come gli pare no? E’ colui che scrive che sceglie quali parole mettere in katakana! E dunque non è obbligatorio perchè potrei scrivere anche tutto in hiragana(con l’errore però che potrei non farmi capire bene come hai scritto nel post iniziale: sescrivocosìèdifficileleggere e SEscrivoINquestoMODO etc.!)
    ps: ah ecco, mi chiedevo perchè non spuntasse la citazione! grazie! :))

  5. Oggi mi farete morire! Siete sicuri che non devo andare a cercare anche da qualche altra parte dei commenti con notizie importanti come queste?
    Ditemi dove eventualmente, perchè ora comincia a farsi complicata la ricerca nei post.
    Ho salvato anche questo, “signori della corte mi riserbo la possibilità di controbattere domani, al momento chiedo una sospensione del dibattito”.

  6. Aahahahaahahahahahahahahahah sto morendo!! colpa mia, che faccio spiegare a Riccardo tante cose a causa delle mie continue domande XD cercherò di chiedere meno cose possibili.. o almeno di chiederle di sera così quando ti colleghi anche tu non devi cercare molti post!! 😀

  7. Ho cambiato immagine, al momento sono più così!!!!
    Grazie per la tua risatona, Luisa(ルイサ) aiuta il mio morale di molto, come penso di aver fatto un passo avanti arriva il giustiziere mascherato e ci spara sei kanji, tre kana e ‘npar de strani nomi e aricominciamo daccapo.
    Bonanotte!

    1. Ok, però non metterti a studiare i kanji da esempi così, quando li ho solo buttati lì^^ Puoi studiare quelli nel corso man mano che li inserisco e basta… se no ti diventa un casino… e poi che te ne fai del kanji di “passo montano” XDD

  8. Eccomi signori!! Sono tornata da poco dall’uni.. mah, spero di aver passato lo scritto di inglese :s è la seconda volta che ci provo, perchè la prima volta a maggio non l’ho passato!!

    Comunque Diego, bella la tua nuova immagine! xD io mi sento quasi sempre così ogni giorno! ahah è per caso un’immagine di qualche anime?? se sì, quale?
    Adesso guardo questi esempi anche io!! ihih >_<

  9. Ma guarda che bel sito web che ho trovato, vediamo se mi avvicino un po’ di più alla lingua giapponese, visto che lo è anche mia moglie, ma non è una grande insegnante…per ora i miei sforzi da autodidatta hanno fatto sì che ogni volta che vado in Giappone vivo uno splendido isolamento…

  10. Io ho una domanda ma con l’Hiragana uno può sostituire i Kanji? Tipo la pronuncia di un determinato kanji uno la puo sostituire con l’Hiragana mantenendo lo stesso significato?

  11. Se ti riferisci a una intera parola, il discorso è un po’ complesso.
    Cioè se scrivo 分かる (wakaru) usando il kanji opportuno oppure scrivo わかる (wakaru), tutto in kana, comunico la stessa cosa (sebbene usare il kanji 分 o altri kanji che potrei usare per la stessa parola, mi permette di dare una sfumatura di senso alla parola).
    Se ho parole con più kanji, in cui uno o più kanji sono complessi (o inutilmente complessi) da scrivere, per convenzione, certi kanji sono spesso trascurati… p.e. scrivo お茶 (ocha) e non 御茶 (ocha), 朝ご飯 (asagohan) o 朝ごはん (asagohan), non 朝御飯 (asagohan).
    Allo stesso modo, se la pronuncia del kanji presente nella parola, non è ufficiale per quel kanji, spesso lo si elimina o andrebbe fatto. Es. si scrive そよ風 soyokaze, parzialmente in kana, e non 微風 tutto in kanji.

    TUTTAVIA! Eliminare puntualmente i kanji è DEL TUTTO sconsigliabile. I kanji sono (dico davvero) un grosso aiuto alla comprensione di un testo. Il giapponese ha pochi suoni, ripetuti spesso… per capirci, ci sono 65-67 kanji che si leggono しょう (shou). Se li scrivessimo tutti in hiragana non andremmo da nessuna parte no?

    Non solo, ci sono intere parole pronunciate in modo identico (salvo accento) e comunque scritte in modo identico se considero solo la scrittura in kana.
    Per esempio le seguenti 7 parole si leggono tutte “kami”:
    神 divinità
    髪 capelli
    紙 carta
    上 parte superiore
    噛み morso
    加味 insaporire
    佳味 sapore sublime
    …ovvio che dimenticarsi del tutto dei kanji può solo portare a un sacco di problemi^^

  12. Visto che stasera nessuno mi ha chiamato su skipe, ho avuto il tempo di partire dall’inizio come credo andrebbe fatto, ma in questi mesi ho studiato saltando da una pagina all’altra nella foga di imparare, ma senza il tempo necessario e difficile. Saluto e ringrazio. L’amico ジュリアーノ

    1. Grazie del feedback… temevo che questa pagina non fosse venuta granché o fosse poco letta perché ha avuto pochi riscontri rispetto ad altre…
      Comunque, mi fa piacere… Anche tu Ganbatte nee ^__^

  13. L’ho trovato illuminante ed esauriente,unica pecca è che trovo tutto il sistema del blog un tantino confusionario,ma suppongo ciò sia dovuto principalmente alla mia mancanza di esperienza nei blog in generale 🙂
    Nonostante abbia 20anni è il primo blog in cui post e di cui mi interesso ^^

    1. Per i miracoli ci stiamo attrezzando (e dico sul serio, mi serve solo un po’ di tempo), fino ad allora c’è l’indice e la barra dei menù.
      Per chi ha fretta “Novità e progetti principali”, nella colonna di destra sotto la mascotte del forum, riassume bene gli argomenti principali.

  14. Ho avuto la fortuna di trovare questo sito sulla rete…ho iniziato da poco anch’io a studiare giapponese grazie alla grande passione che mi lega a questo paese.grazie di cuore per l’impegno, continua cosi  ありがとうございます

    1. Grazie a te che leggi il blog ^__^ Se volessi ripagare il mio impegno, mi farebbe piacere se passassi parola in ogni modo che ti viene in mente a chiunque possa interessare il blog… è ancora così poco conosciuto^^

    1. “la pronuncia del kanji dopo un hiragana”…?

      Ad ogni modo, sì, le pronunce dei kanji si imparano a memoria. Ci sono dei piccoli trucchi però.
      Uno è crearsi una storia (una “storia” complessa sembra difficile da ricordare, ma è il contrario, poiché una storia strana è difficile da scordare) che descrive il kanji in base al senso dei componenti… e include la pronuncia. Spesso però non è facile arrivare a tanto e ci si limita all’aspetto del kanji escludendo la pronuncia.

      Un altro, basilare trucco sta nel fatto che circa il 70% dei jouyou kanji (vd. wiki ita) è composto da due parti, una che dà il campo semantico del kanji, l’altra che presenta la pronuncia.
      Esempio:





      si pronunciano tutti “shou” perché hanno una parte comune, 召, letta “shou”.
      Questo però non è sempre rigorosamente vero e ci sono delle eccezioni.
      昔 seki, shaku
      借 shaku
      惜 seki
      措 so
      錯 saku
      Come vedi non sempre va tutto liscio, ma in qualche modo si riesce a stargli dietro di solito^^.

      Buono studio.

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