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  1. Controllate l’indice delle Lezioni e le Domande comuni (FAQ). N.B.: Tra le domande più comuni sono comprese…
  2. Cercate una parola chiave nella casella di ricerca. Forse c’è un post che ne parla già!
  3. Avete trovato un articolo in tema, ma non la vostra risposta? Chiedete nei commenti a quel post!
  4. Avete cercato ma non si trova niente?
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971 thoughts on “Domande

  1. Non si finisce mai di imparare ^_^

    Ad ogni modo il fatto di essere un appassionato di anime mi ha aiutato molto nello studio, e stato lo stesso per voi?

    Spesso mi chiedo, se esistano in italia corsi validi di lingue orientali, e quindi di Giapponese…

    Piccola curiosità: Ho sentito dire per la prima volta l’accezione 追いかける ascoltando una delle tante sigle di One Piece.

    1. Diavolo sì! Nel mio caso sono stati l’occasione e il mezzo per imparare. Non si impara una lingua come il giapponese senza sentirla pronunciare mai… non importa cosa, ma bisogna guardare e ascoltare tanto… che siano film o che siano anime^^

  2. 風当たり ti posso chiedere un piacerino… お願いします?!? appena hai tempo…. se mi puoi guardare un po’ un file (è solo una pagina e le cose effettive sono poche righe)…

    tu avevi detto che è bene provare anche a comporre e io ho scritto una mia presentazione personale sulla base di strutture che avevo imparato nel corso audio… poi l’ho mandata a kaori per la correzione ma non mi sono chiare le sue correzioni… in italiano magari ci capiamo meglio…

    ho fatto un file .doc per evidenziare le differenze tra quello che volevo dire, quello che ho scritto e la sua correzione… come ti ho detto il testo non è lungo…

    il link: http://www.mediafire.com/view/?ecj2sc1m939ag29

    1. http://www.mediafire.com/?6ybx0a53fv6e056
      Ti ho anche indicato un link, nel caso volessi molte correzioni, ma non potessi rivolgerti continuamente a Kaori.
      Io stesso per altro ho deciso dopo x esperienze che è meglio evitare di correggere gli esercizi degli studenti (così come non uso msn o skype) perché se tutti me lo chiedono, poi la karoushi è dietro l’angolo^^

      1. grazie! beh mi sono iscritta qua soprattutto per la grammatica lo so è meglio che ti concentri sulle cose generali piuttosto che sulle singole frasi perchè dai frasari non è che si impari tanto…. ogni tanto mi sforzo di “comporre” quando le scrivo, l’ultima volta le ho descritto alcuni eventi di una vacanza e devo guardare le correzioni… e mando sempre poche cose perchè so che ha una vita piuttosto piena… grazie mille per i commenti e per quel link mi sto già iscrivendo per provarlo… ho altre cosette meno importanti della presentazione che mi capita di usare quando la gente mi dice “dimmi qualcosa in giapponese” allora mi sono preparata perchè altrimenti non sapevo mai cosa dire se non cominciare a elencare tutte le cose curiose… però sì in tutte queste correzioni tante volte mi sembra che la frase finale non ha proprio esattamente lo stesso senso e se usa un sinonimo come il caso di sai mi chiedo ma se non è sbagliato perchè lo ha cambiato… quindi sono i commenti la cosa più importante per capire la correzione…

        invece per quanto riguarda il progetto va bene il modo in cui ti ho scritto la prima proposta?

  3. Spero Francesco mi scusi se uso la sua frase per qualche lezione, ma visti i dubbi di Angela, rieccomi ad usarla e sviscerarla un po’ (è più complessa di quel che sembra)

    >> quanto al commento successsivo “誰かに追いかけるってと思っていました。” io ci leggevo “ho pensato: chi è che è INSEGUITO?”

    Ora che noto un altro problema è quel “tte to” che sono equivalenti… è una ripetizione, o scrivo “tte” o scrivo “to”…. di solito, ma possiamo “forzare una traduzione”. Inoltre in effetti è “dareka” qualcuno, quindi in versione meno libera ciò va rispettato.
    “ni” = “da”, mentre inseguire qualcuno avrebbe usato “dareka wo”.
    L’altro problema è la forma del verbo, che dovrebbe essere -te iru per “sono/sei/siamo inseguito”. Inoltre omotte imashita implica una continuità, una durata nell’azione ormai conclusa (quindi ho pensato per tot tempo e poi ho smesso) oppure l’aver pensato qualcosa in un dato momento, da parte di una terza persona (quindi “Lui pensò:”)
    Quindi, riformulo, diventa:
    Pensavo: “Dice che sarà/sarò/saremo inseguiti da qualcuno?!”

    >> DAREKA NI = A CHI, come in ANATA NI = A TE (PER TE).
    dareKA = qualcuno (dareka ni = a qualcuno) …solo SE il verbo regge “ni” come complemento di termine, non è detto che sia così. D’altronde “a” regge il complemento di termine (dare a Mario) ma anche quello di stato in luogo (stare a Roma), nulla di strano se “ni” cambia funzione con verbi diversi.
    dare ni = a chi
    …fatte salve le stesse osservazioni. “ni” può avere più funzioni a seconda del verbo che lo regge.

  4. Per il momento stacco, domani ti stresso un pò con qualche dubbio, e magari ti chiedo un paio di esempi sempre utilizzando il verbo ou(iseguire), più che altro per chiarire l’uso nella forma passiva e viceversa ^_^

    1. Non lo intendevo come una forma passiva, che se l’hai presente, come credo, si costruisce in un altro modo… Cioè, come dicevo, forzavo una traduzione… cioè “dareka ni” può essere solo complemento d’agente per “oikakeru”, ma al tempo stesso. è vero, oikakeru è solo forma attiva… anche per questo, ripeto, parlavo di “forzare una traduzione”, non c’è modo di considerare naturale quella frase dall’inizio alla fine, a prescindere dal contesto. Mi spiace, come dicevo sopra a Tenshi, ero al 15° messaggio ieri e iniziavo a friggere… non era traducibile così com’era, mea culpa. Le opzioni per tradurle richiedono il cambiarla in uno di questi due modi (o tengo il verbo o tengo il complemento d’agente):
      1. dareka ni oikakerarete’ru
      2. dareka wo oikakete’ru
      Insomma la questione è se è inseguito da qualcuno (1) o sta inseguendo qualcuno (2).
      Senza la forma in -te+iru diventano tempi futuri perché non descrivono più la condizione della persona.
      Sostituendo “ni” con “wo” va tutto a posto (a parte lo strano “tte to” che però tutto sommato posso tradurre come dicevo: Ho pensato: “dice che…”).
      Dareka wo oikakete’ru to omoimashita è con tutta probabilità la frase voluta (la più semplice di quelle che possiamo fare).
      Tradotta sarà:
      Ho pensato: “sta inseguendo qualcuno?”

      Fammi sapere se invece di chiarire ti ho solo reincasinato le idee e scusa per la confusione di prima del passivo.
      (^_^)/°”

  5. Non ho ancora studiato la forma passiva, ad ogni modo questo tuo ultimo post è chiarissimo e non lascia spazio a dubbi!

    Giustamente come dici te, è necessario utilizzare la forma -te +iru perchè voglio indicare uno stato/condizione in cui si trova il soggetto.

    So che ‘to omotte imasu’ indica un ‘idea che ho in testa da tempo’, mentre con l’uso di “to omotte imashita” volevo indicare che ‘fino a poco fa, pensavo che, credevo che’

    1. Stranamente “to omotte iru”, a prescindere dal tempo a cui coniugo iru, indica il pensare di una terza persona.
      A seconda del contesto però capisco se si riferisce ad una prima persona, cioè a ciò che io, parlante, sto pensando… solo che in questo caso significa qualcosa che ho pensato per un po’ di tempo, “che ho in testa da un po’”, come dici, ma con ciò non intendo necessariamente un riferimento alla mia opinione sulla data cosa… per esprimere ciò che penso, come opinione personale, basta il presente “to omou/omoimasu”.
      Diciamo che “to omotte iru” riferito alla prima persona vale se voglio dire “ho sempre pensato che (e lo penso ancora)”. Invece “to omou” annuncia l’opinione che mi sono appena fatto sul tema della discussione.

      Quando uso un passato (qualunque) l’azione è compiuta.

      “to omotte imashita” significa che ho pensato quella cosa per un certo tempo continuato …e poi ho smesso… ad esempio “ho sempre pensato che blablabla (ma ora non lo penso più)”.

      “to omoimashita” significa che ho pensato una cosa, ad un certo punto nel passato. Ad esempio “ho visto la cosa A e subito ho pensato B”. L’azione di pensare è conclusa ed è durata solo un attimo, quindi uso “to omoimashita”.

  6. Ciao ^^
    stava guardando il tuo post su mdw dei classificatori e incontro questa frase
    私には三匹の猫と二匹のハムスターがあります。
    In questo caso, visto che si sta parlando di animali e quindi animati non si dovrebbe usare imasu apposto di arimasu ?

    Grazie

  7. @ Riccardo, volevo chiederti se con un coreano si può parlare giapponese ?
    o meglio in Corea hanno una lingua loro o parlano giapponese o cinese ?

    1. Parlano coreano! ^__^
      La scrittura però, che oggigiorno assomiglia a dei “geometrici kanji” ma in effetti è alfabetica/sillabica, è stata costruita a tavolino! Un tempo non era questa, usavano i kanji e sono stati loro a farli “arrivare davvero” in Giappone (a parte i primi contatti ufficiali Giappone-Cina che avvennero tramite spedizioni e ambasciatori).
      Se vuoi sapere qualcosa di più sul coreano moderno prova a guardare questa immagine (è in inglese, ma è un inglese semplice… è il coreano che è complicatuccio finché non ci fai l’abitudine^^):
      http://themetapicture.com/learn-to-read-korean-in-15-minutes/

      1. Grazie dell info, ma credi che se gli dico qualche parola giapponese mi capiscano, tipo un buon giorno o lieto di conoscerla ?

  8. Non so se questa è l sezione giusta per la mia domanda, ma te la faccio lo stesso.
    Ieri sera stavo guardando un video su YouTube. Nel video erano raccolti spezzoni di vari dorama e i dialoghi tra i personaggi erano poi usati per spiegare delle regole di grammatica. E fin qui tutto bene.
    Ad un certo punto, una ragazza dice “machinasai”, che viene prontamente tradotto con “aspetta, per favore”. Mi è sembrata una traduzione poco accurata, più adatta a “matte kudasai” o “matte choudai”, ma ci poteva stare. La cosa che invece mi ha lasciato perplessa è stata la spiegazione grammaticale: “machi” dal ren’you di “matsu” (ok) e “nasai” dalla contrazione di “kudasai”… eh?
    Ho sempre saputo che “nasai” è il meireikei di “nasaru”, a sua volta forma onorifica di “suru”. Non mi sembrava che avesse molto a che fare con “kudasaru”…

    Signor Kaze, solo lei mi può aiutare a capire! 🙂

  9. Inutile che ti dica che di imperativi in giapponese ce ne sono mille e più.
    Machinasai, matte kudasai, matte choudai hanno tutti sfumature diverse.
    Il primo ha un che di paternalista (anche se in gen. lo usano più le donne, quindi “maternalista”? XD) è cortese, ma usato da una posizione sociale più elevata… che sia la madre/il padre col bambino, il capoufficio con l’impiegato.
    Matte choudai è un termine cortese, sì, ma al tempo stesso familiare e più prettamente femminile.
    Matte kudasai …sarebbe neutro. E dico “sarebbe” perché sempre meno gente, pare, usa il kudasai come sarebbe giusto (specie come verbo “dare” a sé stante… es.: koohii wo hitotsu kudasai ormai per gli uomini è solo “koohii, hitotsu”) e decisamente più cortese.
    Rendere in un modo diverso… non so, dipende dal tono.
    Machinasai spesso è abbastanza perentorio e l’avrei tradotto solo con “Fermati!”
    Certo, però c’è ben di peggio come perentorietà. Ad esempio “matte” o “matte tteba!” (perché “tteba” = “Ti ho detto” è espressione colloquiale), ancor più brusco è “mate!” o, ancora di più “matsu-n-da!”.
    Insomma, le varianti sono talmente tanti che non ha senso associarle ad una precisa traduzione italiana, perché non ne abbiamo abbastanza di sfumature… meglio basarsi sul tono -_^

    1. Aaah! Ho scordato un pezzo!
      Si hai assolutamente ragione, nasai non è assolutamente contrazione di kudasai.
      “nasai” è sia la ren’youkei che la meireikei di nasaru (così come kudasai lo è di kudasaru). Poiché la ren’youkei può essere usata anche come imperativo (es. “o-damari!” = “Faccia silenzio!”) non so dirti come venga considerata questa forma, se ren’youkei o meireikei… è un imperativo, dirai, quindi è meireikei, ma appunto, la ren’youkei può essere usata come imperativo e, se non bastasse, posso usare espressioni cortesi come okaerinasaimase o oyasuminasaimase che usano (come “irasshaimase!”) la ren’youkei+mase (dall’ausiliare “masu” che già conosci, ma forse non sapevi avesse altre forme a parte masu e masen).
      Ve be’, poco importa se ren’youkei e meireikei sono uguali con questi verbi, non cambia nulla.

      Una fatto interessante però sui verbi all’imperativo con nasai è dato dalle possibili contrazioni. In una canzone anni fa trovai per la prima volta quest’espressione:
      “mite minasai” = “Prova a guardare”
      (forma in -te + miru = Prova a …però a volte questo significato è molto “tenue” e serve più ad attenuare l’imperativo)
      Quest’espressione si può trovare in 3 modi:
      mite minasai.
      mite mina.
      mite mi.
      Attenzione a non confondere nasai abbreviato in -na!
      damarina! = Taci!
      damaru na! = Non tacere!
      Altri imperativi per miru sarebbero “mite (kudasai/choudai)”, “miru-n-da” (miru no da!), “miro!”, “miyo!” (attenzione è diverso da “miyou!”)… ma anche “miyou” esortativo si può usare come imperativo cortese… spesso i libri dicono “kono kotoba wo oboeyou” (impariamo queste parole…. ma non è che deve impararle anche l’autore, no?).
      E molti altri imperativi potremmo citare se salissimo nei gradi di cortesia.

      1. Come sempre, grazie della risposta dettagliata e per aver risolto il mio dubbio! Certo che ne girano di sedicenti maestri, eh?

        Buona domenica, Kaze! Ora vado a leggermi il post su Tanabata…

  10. Ciao io sono nuovo! complimenti per l’ottimo lavoro del sito e grazie mille per l’impegno che ci metti!
    Io volevo solo chiederti consigli sulle modalità di studio..ho comprato i 2 libri di corso della hoepli e la grammatica di Marino della Zanichelli. Adesso sto studiando la grammatica e faccio esercizi per imparare i kana ( i tuoi gyou sono utilissimi^^), il corso nn lo riesco ad usare ancora perchè non è molto spiegato( tra l’altro non mi piace per niente come è fatto il corso dell’hoepli, secondo me non è da autodidatta), molte cose sono già in giapponese e nn capisco cosa si deve fare perciò aspetto di sapere meglio la lingua. Invece per quanto riguarda i kanji.. cm dovrei studiarli? io ho pensato di usare diversi siti, tra cui il tuo, renshuu e joyo kanji.it impararne 5 al giorno con ordine di kaku e grafia, ovviamente ho scaricato anche anki, ma quello lo userò per ripassarli.
    Hai dei consigli da darmi? cosa dovrei fare per prima? come mi devo concentrare e su cosa?i kanji? grazie mille in anticipo e ancora grazie per il lavoro che svolgi! rispondi pure con calma! buona giornata

  11. Nell’indice, sezione kanji, trovi il link a questo post e altri.
    Tra le altre cose spiego perché non è il caso di imparare numero e ordine dei tratti… basta imparare le regole per contare il numero dei tratti e, a voler esagerare, le regole che influenzano l’ordine nel tracciare i tratti di un kanji… Imparare un numero per ogni kanji e il preciso ordine in cui tracciare i tratti dei kanji, per CIASCUNO di 2136 kanji e più… be’, checché ne dicano professori e sedicenti esperti sul web… non solo lascia il tempo che trova, ma penso sia addirittura dannoso perché più cose immagazzini in memoria meno spazio ti resta per il resto… farai solo fatica a imparare dati vuoti.

    Il numero dei tratti serve per cercare sui dizionari in base al numero di tratti nel kanji. Se però hai studiato un kanji ti ricordi almeno una pronuncia, se non l’hai studiato non sai il numero di tratti, se l’hai studiato e non ricordi la pronuncia, ma ricordi il numero dei tratti… be’ è la prova che ho ragione: ricordare cose inutili sacrificando cose utili, non è opportuno.
    Oggigiorno poi esistono altri metodi per cercare un kanji, molto più efficaci… richiedono di saper contare il numero di tratti in un kanji o di tracciarlo decentemente al pc… ricordare il numero di tratti a memoria è ormai inutile.

    L’ordine dei tratti invece serve per scrivere “bene”, in modo elegante. Di norma in Giappone se ne devono curare i calligrafi… non si viene interrogati sull’ordine dei tratti di un kanji al liceo… e se magari si potrebbe immaginare (ci credo poco) una brutta figura nel tracciare un kanji molto semplice nell’ordine sbagliato… di certo NESSUNO si aspetterà mai da uno straniero la perfetta conoscenza dell’ordine dei tratti (visto che già sgranano gli occhi se dici “arigatou gozaimasu”).

    p.s. il libro in commercio più adatto per autodidatti è il giapponese a fumetti. Tra i corsi prettamente didattici, adottabili da un’insegnante, quello hoepli è il migliore per un autodidatta, semplicemente perché gli altri sono improponibili. Quello di Susanna Marino è buono, ma ha il limite di essere quasi del tutto una grammatica, più che un corso, e di essere molto breve. Visto che ce l’hai però, io partirei da lì.
    Detto per inciso, io ho usato quello hoepli da autodidatta (ma l’ho lasciato nel giro di 5-6 unità).

  12. Ok, si infatti mi sembrava impossibile imparare l’ordine di tutti i kaku! già i kanji sono difficili così! mi hai tolto un peso xD.Comunque quella di marino la consiglio a tutti, so che è molto breve ma intanto ti da un’infarinatura ed è spiegato molto bene, chiaro, in italiano ma con kanji e kana, per l’hoepli appena finisco kana l’ inizierò visto che ormai l’ho comprato ( oggi ho finito hiragana grazie per i tuoi post utilissimi!) Comunque grazie anche al tuo sito adesso ho tutto molto più chiaro e le cose incominciano ad ingranare! in questi giorni ho finalmente capito la natura del kanji che prima mi era oscura (arigatou^^)Grazie per la risposta, prenderò a breve quello a fumetti! e riposterò a breve con altre domande immagino! buona serata
    jaa mata ne^^

  13. Ciao! io volevo chiederti un consiglio, vorrei addentrarmi meglio nella cultura giapponese, leggerne un po’ la storia, i miti, capirne il folclore e magari vedere anche qualcosa sulle diverse regione e le differenze tra nord sud ovest ed est. Avresti qualche libro da consigliarmi?o qualche sito è uguale! grazie mille in anticipo buona serata e grazie come sempre!

    1. Questo è serio, “normale”…
      Stefano Vecchia, Giappone, POLARIS
      …è una guida turistica solo in teoria, in effetti è un pregevole libro sul Giappone, che della guida turistica non ha proprio nulla.
      Quest’altro usa l’ironia nel descrivere il suo viaggio dal sud al nord del Giappone (seguendo la fioritura dei ciliegi), ma soprattutto nel descrivere i giapponesi, nel bene e nel male, e le differenze culturali che possono causare il ben noto fenomeno detto “culture shock” ^__^
      Il titolo è: W. Ferguson, Autostop con Budda, Feltrinelli

      p.s. questo topic serve SOLO per le domande di lingua giapponese, leggi il post a inizio pagina per decidere dove postare la prossima volta.
      Ciao (^__^)/°”

  14. Ho letto anche questi commenti,copiando qualche parola interessante. Lo studio di una qualsiasi materia secondo me e’ incentivato anche dalla curiosita’. Dewa mata.                                  ジュリアーノ

  15. Ho trovato questo nome scritto in kanji, e ho provato a capirne il significato.
    天沢政治
    あまさわせいじ=amasawa seiji
    天沢聖司
    queste sono due versioni diverse dello stesso nome, ma non sono riuscito a trovare
    il significato degli ultimi due kanji(聖) (司), puoi aiutarmi?
    P.S. a dire il vero non sono riuscito a trovare proprio i kanji, nel mio dizionario perlomeno).

  16. Il primo kanji è quello di “sacro”, il secondo è quello di “capo”, o meglio “office worker” per capirci (si usa per indicare “i superiori” nella parola 上司 ma come puoi immaginare è il primo kanji a dare la sfumatura di qualcosa di superiore: superiore+officeworker = “i superiori/i capi” ecc.

    In 天沢政治 la parola 政治 vuol dire politica. Come avrai visto, invece, ame, ama/TEN equivale a quel che chiameremmo “i cieli” o “il Cielo”.
    Sawa/TAKU invece significa palude.

    天沢聖司 si legge in vari modi (es. Amazawa, Amesawa…), idem per il nome a seguire (se usi rikaichan puoi passare al dizionario dei nomi e leggerai… Kyoji, Kiyoshi, Satoshi, Seishi, Seiji. Ovviamente solo alcune sono letture “decentemente comuni”^^.

    Detto ciò, vedo che questo nome, scritto proprio come dici, è in Mimi wo sumaseba (I sospiri del mio cuore) di Miyazaki… l’hai preso da lì? ^__^

  17. Sì Riccardo, proprio da lì, mi hanno prestato il DVD e lo sto vedendo in questi giorni
    (è la seconda volta che lo vedo, perche mentre all’inizio guardo il film, poi dopo cerco di ascoltare meglio l’audio).
    Ho sentito alcune espressioni o semplici parole diverse dal solito “giapponese” da anime, e credo che lo ascolterò almeno altre due volte per cercare di memorizzare al meglio quelle parole prima di restituirlo.
    Grazie per l’aiuto comunque, sei sempre “er mejo”

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