Imparando il giapponese arriva un momento in cui ci si chiede “Ma come si dice felice in giapponese? Shiawase? Ureshii?” Ci sono infatti (perlomeno) 2 modi di dire “(essere) felice” e il loro uso è abbastanza diverso, tanto che i dizionari giapponesi di sinonimi non li paragonano neanche! Quando usare ureshii, dunque? Quando usare shiawase? Per saperlo vi basta continuare a leggere…

1. 嬉しい ureshii

La radice ure in ureshii si ritrova in urei, triste, ed ha la stessa origine della radice ura che troviamo in urayamashii (detto di qualcosa che provoca invidia) e urameshii (detto di qualcosa che suscita rancore)… insomma, in una parola il suono ure/ura in giapponese è legato ai sentimenti e si associa al kanji di 心 cuore/animo.

Ureshii si usa in riferimento a qualcosa che ci fa piacere, di solito perché le cose sono andate come speravamo o anche perché inaspettatamente le cose si sono messe bene… questo ci fa piacere, ci appare come una notizia/qualcosa di davvero positivo, che suscita in noi un sentimento: ci mette allegria.

2 modi di essere felici in giapponese ureshii

Ma questo, attenzione, non va preso sempre in senso assolutamente letterale; per esempio…

あなたにお会いできて嬉しいです。
anata ni oai dekite ureshii desu.
Mi fa piacere aver avuto la possibilità di incontrarLa.

…una frase del genere potrebbe essere detta tra due persone che hanno un rapporto di lavoro, quindi forse chi lo dice non è davvero al settimo cielo, ma semplicemente sta dicendo che l’averla potuta incontrare suscita in me un sentimento molto positivo.

2. 幸せ shiawase

La parola shiawase è di rado scritta 仕合わせ perché deriva dall’idea di fare e di mettere insieme. La radice shi, difatti, è radice anche nel verbo suru, ma invece si è finiti per indicare quest’idea con il kanji 仕 (come in 仕事 shigoto, lavoro, lett. “cose da fare”, come detto in Lavorare stanca). Più semplice il discorso per awase che deriva da awaseru, mettere insieme. Insomma abbiamo “mettere insieme dei fatti”. Per la precisione indica dei fatti o situazioni che si ritrovano ad essere connessi (in modo fortuito): un concetto usato per indicare in origine l’idea di sorte in generale, non quella di “buona sorte”… ma d’altronde è così anche in italiano: ai tempi dei latini fortuna significava sorte, non era cioè necessariamente qualcosa di positivo… e così anche in giapponese si poteva dire kare wa shiawase ga warui = Lui è sfortunato (lett.: Riguardo a lui, la sorte è cattiva).

Curiosamente anche il (moderno) kanji di shiawase, 幸, in origine aveva ben poco a che fare con la fortuna: in genere rappresentava dei ceppi di legno con cui bloccare i polsi dei prigionieri …in alcune forme antiche di questo kanji poi si possono distinguere abbastanza bene una persona e poi un’altra persona colpita in testa da qualcosa, un accidente, nel caso specifico un bel colpo di sfortuna, insomma. Tuttavia sia la parola shiawase sia il kanji hanno finito per essere usate diversamente, da un’idea di sorte (o addirittura dall’idea di un grave “colpo di sfiga”) si è passati all’idea di “buona sorte”, “fortuna” nel senso moderno del termine.

“Ma parli solo di fortuna… non voleva dire essere felice?!” …dirà giustamente qualcuno.

Sì e no. 幸せ trasmette un’idea di felicità che si ha perché “benedetti dalla fortuna”, “prescelti dalla sorte”… il concetto che essendo benedetti dalla fortuna ci troviamo in uno stato di soddisfazione e beatitudine, il nostro cuore è in pace, beato e soddisfatto (e, in genere, non su di giri per qualcosa appena successo e molto temporaneo… quello è il caso di ureshii).

2 modi di essere felici in giapponese shiawase

Vediamo ora una frase molto simile alla precedente vista per ureshii:

あなたに会えて幸せです。
anata ni aete shiawase desu.
Sono felice d’averti potuto incontrare. (=Mi ritengo fortunato/a d’averti incontrato)

Una frase del genere sarà detta probabilmente a un grande amore, o perlomeno a un grande amico!

Non fraintendete: non è che ureshii è questione di un momento, mentre shiawase si usa solo per qualcosa di più duraturo e importante… anche shiawase può essere riferito a qualcosa di abbastanza “momentaneo”, specie nel caso in cui indichi soddisfazione: non è molto usato in questo modo ma capita di sentire scambi di battute tipo “Com’è l’acqua del bagno?” “Shiawase desu” …non è che io e/o l’acqua siamo felici, ma più banalmente significa che sono assolutamente soddisfatto della situazione! Shiawase è dunque riferibile a qualcosa di “abbastanza temporaneo”, ma l’idea di uno stato di soddisfazione, abbastanza diversa dall’idea di qualcosa che suscita in me dei sentimenti e mi porta a gioire (ureshii).

Ok, spero sia tutto chiaro… se non è così potete dirmelo nei commenti, come al solito 😉

 

6 thoughts on “2 modi di essere felici in giapponese

  1. Prima di leggere l’articolo, ho provato a chiedermi quale fosse, secondo me, la differenza tra i due termini.
    A occhio avrei detto che ureshii è soggettivo, mentre shiawase è oggettivo.

    Dopo aver letto il tuo articolo, non sono riuscito a capire se la mia idea fosse sbagliata o meno. XD
    Nel senso che forse è la stessa cosa che dico io, ma forse no…

    1. Non sono sicuro di seguirti… la felicità è sempre soggettiva (pensa a un cantante/attore che si uccide anche se noi pensavamo fosse felice).

      Prova a leggere anche la risposta a diegosauro e quella al commento sulla pagina Facebook del sito, magari ti chiarisce meglio le idee.
      Cmq a usare ureshii quando qualcosa ti fa piacere (es. ricevi un regalo) e shiawase quando “stai bene”, ti senti beato, fortunato nella tua situazione (es. Hai trovato l’anima gemella o ti stai godendo un bel bagno)… è (più) difficile sbagliare.

      1. Sì, la felicità è sempre soggettiva, ma un conto è se una cosa fa felice me perché io sono fatto così, un altro è quando una cosa fa felice me perché è solitamente una cosa che farebbe felice chiunque.

        Come dicevo più sopra, forse stiamo dicendo la stessa cosa (fermo restando che vado a sensazione sull’interpretazione dei due termini), visto che shiawase può essere tradotto come “è stata una fortuna che.” Cioè, se uno è fortunato se gli accade una cosa, è probabile che un’altra persona al suo posto si sarebbe sentito ugualmente fortunato.

  2. Ciao Kaze, se non ho capito male 嬉しい ureshii è più facile che venga usato on persone estranee(o quasi) tipo lavoro, personale di negozi ecc. l’altro invece, 幸せ shiawase lo usiamo con persone che ci sono più vicine, amici, parenti et similia.da quello che sento nei dialoghi degli anime, ureshii mi sembra però usato spessissimo, è colloquiale, tra compagni di scuola e amici. Devo tenere in considerazione questa cosa oppure no? Gli anime non fanno testo testo, dovrei ascoltare nei drama come viene usato? Grazie per i tuoi articoli non ne ho perso uno dal primo giorno che ti ho conosciuto, ciao.

    1. No, no, vale per quell’esempio specifico, non in generale, solo perché lì è come il nostro “Felice d’averLa conosciuta/Mi ha fatto piacere averla conosciuta”… insomma serve a indicare che ureshii si usa quando c’è qualcosa che ti fa piacere… magari una riceve un regalo per il compleanno e esclama “waa, ureshii!” …ma non shiawase. Cosa che potrebbe invece dire in un contesto diverso: “aaa, shiawase!” (Aah, come si sta bene!/che pacchia!) detto quando uno “si gode la situazione”.
      O magari riflettendo sulla propria situazione, per es. come una è amata dalla propria famiglia/dagli amici, potrebbe dire: “Watashi, shiawase(mono) desu ne” (io, sono proprio fortunata eh?)

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